Fondazione vicina a Renzi, nel mirino anche fondi per il sì al referendum 2016

Si allarga lo spettro dell’inchiesta sull’avvocato Alberto Bianchi. Il sospetto è che possa essere stato usato anche per finanziare il comitato per il si’ al referendum costituzionale del 2016, oltre che la Fondazione Open, parte del denaro ricevuto come compenso per un incarico professionale dell’avvocato, indagato per traffico di influenze dalla procura di Firenze. Ancora nessuna conferma ufficiale al momento che anche questa parte di finanziamento sia al vaglio degli inquirenti.

L’ipotesi, secondo l’Ansa, sarebbe che Bianchi avrebbe ricevuto 2 milioni di euro dalla Toto costruzioni per averla assistita in un contenzioso con Autostrade. 1,3 milioni di euro sarebbero stati pagati al suo studio, e 700 mila fatturati alla Toto direttamente da lui, che poi avrebbe versato una quota da 200.000 euro nei conti della Open e un’altra dello stesso importo nelle casse del comitato per il si’.

Per l’inchiesta fiorentina il 16 settembre scorso la guardia di finanza ha anche perquisito lo studio del legale, sequestrando documenti e materiale informatico. Il difensore di Bianchi, l’avvocato Nino D’Avirro, presenta in queste ore un ricorso al tribunale del riesame per chiedere l’annullamento dei sequestri eseguiti dalle fiamme gialle.

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