Funerali di Mario Cerciello Rega: Mattarella, il grande assente

di Ornella Mariani

I funerali di Mario Cerciello Rega, Carabiniere di Somma Vesuviana, hanno raccolto un’Italia in lutto per l’ennesimo Caduto nell’adempimento del dovere.
E’ l’Italia della Gente comune, mai come oggi sgomenta e pervasa da sentimenti di rabbiosa impotenza.
La situazione è ai limiti: mentre la gestione del controllo del territorio è nelle mani di un Ministro isolato; boicottato; infangato, il fermento monta minacciando di trasformarsi in una
incontrollabile scelta delle vie di fatto.

Unica soluzione possibile al risentimento di un Popolo vessato; turlupinato; derubato: di dignità; di denaro; di Giustizia e, non da ultimo e troppo spesso, di Figli utili alla follìa di una Sinistra ormai approdata su sponde di una torbida e ripugnante destabilizzazione.
E’ una Sinistra che sembra cercare lo scontro, affondando nella palude della volgarità; della strumentalizzazione oltranzista e della mistificazione cui fornisce mano una gran parte della Stampa: Servi di Regime e Lecchini mercenari senza onore.

Da una parte, dunque, questo ciarpame che riesce a sopravvivere alimentandosi di fango e di odio; dall’altra un pezzo di Governo che non gliela può fare, mancandogli un piano comune etico; politico; economico e sociale da dividere con l’altro pezzo: quello dei Dilettanti che non vanno allo sbaraglio, ma portano il Paese allo sbaraglio.
In mezzo: il figlio di Bernardo Mattarella.
Un Personaggio che deve aver trovato un Autore!!!, se vive il proprio ruolo astenendosi anche da un atto dovuto:
portare, come Presidente della Repubblica e come Capo delle Forze Armate, l’ultimo saluto a questo Giovane segmento della Difesa nazionale la cui morte apre scenari inquietanti, a margine delle versioni arraffazzonate e contraddittorie sulla dinamica degli eventi: luci ed ombre di un’Italia così disinvolta da aver varato la formula delle Stragi di Stato, evocando la definizione di Omicidio di Stato ogni volta che un Servitore di questo Stato resta sull’asfalto.

Andò a Ciampino, però, Mattarella: per accogliere la salma di Antonio Megalizzi e poi fino a Trento, per ancora manifestare la propria solidarietà ai Parenti di questo Eroe per caso, morto per caso nell’attentato natalizio a Strasburgo.

Vittime di serie A e di serie B, dunque.
La seconda corsia ospita Mario, mentre sciacalli del Giornalismo e della Politica nostrani censurano la benda posta sugli occhi di un assassino e non l’abiezione di un altro mostro approdato nell’accogliente letamaio nazionale.
Non è stato il solo grande assente, Mattarella.
Mancava Tajani; mancava Conte; mancavano i Deputati di quella Sinistra che ha l’impudenza di proporsi “alternativa” a dodici mesi dalla epocale bocciatura elettorale e dallo sfacelo al quale ci ha consegnati: non c’era una tavola festaiola imbandita; non c’era una Avventuriera da “tutelare”; non c’erano “Migranti” da “salvare”; non c’era un Ministro da insultare.

C’erano il dolore di un Paese tradito; la sofferenza dei Familiari e Di Maio che non ha perso l’occasione per inopportune esternazioni: “ …C’è un passo in più che però possiamo compiere. Ed è quello di equiparare il trattamento delle vittime del dovere a quello delle vittime del terrorismo…”
Non gli hanno detto che le Vittime sono state già sostanzialmente equiparate.

Ciao Mario: sei morto per nulla!

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