Si definiscono “cattolici” e si battono per Radio Radicale?

L’ideologia del pensiero unico o del “partito radicale di massa” – definizione del filosofo Augusto Del Noce – ha in Italia uno strumento formidabile per la sua propaganda: Radio Radicale. I cattolici lo sanno. Se va bene, stanno zitti. Altrimenti, sono complici.

Danilo Quinto

di Danilo Quinto

Nell’ultima legge di bilancio, il Governo ha ridotto da 10 a 5 i milioni di euro l’elargizione di denaro pubblico a favore di Radio Radicale, erogata ogni anno in base alla legge n. 224 dell’11 luglio 1998.   Questo denaro (10 milioni di euro all’anno) si aggiungeva a quello derivante dalla legge che prevede i contributi all’editoria (4 milioni di euro all’anno).

Con quello che resta dopo la decisione del Governo (9 milioni di euro all’anno) i radicali ritengono di non poter proseguire con l’attività della loro radio, a partire dal prossimo 21 maggio. Di conseguenza, stanno conducendo una campagna di sensibilizzazione, aperta con largo anticipo da Roberto Saviano, che in un articolo apparso su “Repubblica” del 6 dicembre scorso, intitolato “Non spegnete Radio Radicale, voce per tutti”, scriveva:

La furia di questo Governo si abbatte sui media più piccoli – ma non marginali – che a causa dei tagli all’editoria rischiano la sopravvivenza. La giustificazione? Il risparmio. Ma si può mai risparmiare su Radio Radicale che ci permette di assistere e comprendere i processi decisionali entrando nelle stanze del potere? Si può risparmiare su Avvenire che racconta, ogni giorno e quasi da solo, le sorti dei migranti in mare?”.

Un binomio perfetto quello di “Radio Radicale” e di “Avvenire”! Non c’è che dire.

Poi, hanno promosso un intergruppo, al quale hanno aderito decine e decine di parlamentari. I riscontri della campagna si possono visionare sul sito di Radio Radicale, www.radioradicale.it, cliccando sulla scheda “La battaglia per la vita di Radio Radicale”.

Troverete dichiarazioni a favore di giornalisti televisivi e della carta stampata – qualche nome, Michele Serra, Filippo Ceccarelli, Paolo Mieli, Ezio Mauro, Piero Angela – direttori di quotidiani e di testate televisive, Enrico Mentana e Corrado Formigli, ad esempio, del presidente della Federazione Nazionale della Stampa, di giudici della Corte Costituzionale, di professori universitari, di artisti, come Sabina Guzzanti, di parlamentari europei, di avvocati, eccetera.

Un elenco prestigioso, che come fiore all’occhiello ha decine e decine di dichiarazioni parlamentari di tutti i gruppi politici del parlamento italiano.

Gli interi gruppi del PD e di Forza Italia di Camera e Senato, hanno presentato una mozione a favore, così come ha fatto Fratelli d’Italia. Il sostegno proviene anche da parlamentari della maggioranza di governo, sia del M5S sia della LEGA. Mozioni a favore di Radio Radicale sono state approvate dai Consigli Regionali dell’Emilia Romagna e perfino della Lombardia.

E’ la dimostrazione plastica della capacità insuperabile dei radicali di costruire reti trasversali a difesa delle loro tesi, dei loro programmi e delle loro iniziative.

Non è una novità per chi scrive. Nei miei libri ed in particolare nel primo – “Da servo di Pannella a figlio libero di Dio”, del 2012, per il quale sono stato condannato in primo grado a 6 mesi di reclusione su denuncia per diffamazione di un ex parlamentare radicale, che si è sentito offeso per le parole “servo sciocco”, scritte in corsivo e a lui rivolte, condanna sulla quale, peraltro, è calato un silenzio che definire tombale è poco – ho raccontato anche nei dettagli come funziona da parte dei radicali l’acquisizione del consenso e che cosa produce.

Non è neanche una novità osservare che cosa si contrappone, a questo grande “mestiere” e a questa capacità creativa dei radicali, da parte di coloro – i cattolici – che dovrebbero combattere quell’ideologia.

Si contrappone il nulla. In alcuni casi, la complicità, come avviene anche oggi, con le dichiarazioni di parlamentari che si definiscono cattolici e che si battono perchè Radio Radicale viva, come Paola Binetti o Gianfranco Rotondi o Gaetano Quagliariello, per fare solo qualche nome (qui, dal sito del Partito Radicale, l’elenco completo delle adesioni dei parlamentari: www.partitoradicale.it/wp-content/uploads/2019/03/parlamentari.pdf).

Tutto questo lascia sgomenti, ma nello stesso tempo rafforza l’impegno di coloro che non intendono cedere al potere di un’ideologia che ha concorso in maniera determinante alla scristianizzazione della nostra società e non vogliono essere vomitati dalla bocca di Dio – quando sarà il momento, come scrive l’Apocalisse – per la loro tiepidezza.

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