Emilia Romagna: su 1825 pazienti ricoverati 133 infezioni correlate all’assistenza

“Su un campione di 1825 pazienti ricoverati in 148 reparti della Romagna, 133 sono stati ritrovati affetti da almeno un’infezione correlata all’assistenza (il 7,3%). Il grosso di questi è stato rilevato a Ravenna, con 62 degenti con ICA, l’11% rispetto al valore totale.”

È questa la sintesi delle informazioni notificate al consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli, dalla Direzione Generale cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia Romagna che fa riferimento all’ultimo studio di prevalenza condotto nell’autunno del 2016 (periodo ottobre – dicembre) dal servizio sanitario regionale. “La strategia regionale in termini di sorveglianza delle ICA (infezioni correlate all’assistenza), prevede la rilevazione di dati periodicamente, ogni 5 anni.

L’ultimo studio di prevalenza condotto dall’Emilia Romagna è dell’autunno del 2016. L’indagine – spiega Pompignoli – fotografa le infezioni correlate all’assistenza negli ospedali per acuti in un determinato giorno del periodo preso in esame e su un campione di pazienti consenzienti all’utilizzo dei propri dati personali e clinici. Questo significa che già di per sé lo studio è fortemente viziato e che moltissimi casi sfuggono all’esame e agli obiettivi statistici dell’indagine ispettiva.”

“Per quanto riguarda l’Ausl della Romagna, il numero dei pazienti sorvegliati nel giorno della rilevazione era di 1825, mentre il totale di quelli effettivamente presenti nei reparti (148 quelli presi in esame dall’indagine) era di 2.290. Da ciò se ne ricava che 465 degenti non hanno acconsentito a essere ‘ispezionati’. Dei 1825 pazienti analizzati, 133 sono stati ritrovati affetti da almeno un’infezione correlata all’assistenza (il 7,3%). Sempre a livello romagnolo, le infezioni più frequenti sono quelle respiratorie (1,8% dei pazienti studiati), seguite dalle infezioni del sito chirurgico (1,4%), quelle urinarie (1,2%), le batteriemie (1,1%), per chiudere con le infezioni gastrointestinali (0,7%).”

“La situazione è particolarmente grave a Ravenna, dove dei 547 pazienti sorvegliati, 62, ovvero l’11%, sono stati ritrovati affetti da almeno un’infezione correlata all’assistenza. Un dato gravissimo se si considera che la media regionale, estrapolabile sempre dallo studio di prevalenza del 2016, è dell’8% e che i pazienti presenti nei reparti dell’ex Ausl di Ravenna erano complessivamente 855. Non va meglio a Cesena, dove dei 377 pazienti sorvegliati (gli stessi effettivamente presenti nei reparti), sono stati 31, ovvero l’8,2%, quelli ritrovati affetti da almeno un’infezione correlata all’assistenza.”

Per Pompignoli si tratta di “un pericoloso campanello d’allarme. Siamo di fronte a un mare magnum di dati che neppure l’Assessorato alla sanità sembra poter gestire con efficacia e che, cosa ancor più grave, non consente di elaborare un’adeguata strategia difensiva. Le infezioni correlate all’assistenza sono state identificate come un pericolo significativo per la salute pubblica e proprio per questo motivo – conclude il leghista – richiederebbero interventi specifici basati su dati correnti e puntuali e non su indagini quinquennali. Mi sorprende che su un tema delicato come questo la Giunta Bonaccini, che si fregia di tanti primati tra cui quello sanitario, non stia facendo nulla per correre ai riparti.

Le infezioni ospedaliere, se sottovalutate e non diagnosticate per tempo, possono diventare mortali. A preoccupare il Presidente e l’Ass.re Venturi dovrebbe essere soprattutto il confronto tra i tassi di infezione di quest’ultimo studio con quelli dell’omologo del 2012. Nel dettaglio, rispetto al precedente del 2012, si riscontra un incremento di tutte le ICA, a livello regionale, pari al +16%. Quelle batteriemie addirittura sono aumentate del 54% mentre l’unico decremento è stato registrato dalle infezioni urinarie (-27%).

Beatrice Lamio
Ufficio Stampa Lega Romagna

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