Fermiamo la terza guerra mondiale! L’Italia non sia complice di questa follia!

www.MOVISOL.org Nelle ultime 24 ore il LaRouchePAC, il movimento dell’economista e statista americano Lyndon LaRouche, sta tempestando di email e telefonate il Congresso USA con la seguente dichiarazione, al fine di fermare la terza guerra mondiale. Ritengo che anche l’Italia debba prendere con urgenza posizione contro la follia di un intervento americano in Siria, in cui i britannici tentano di coinvolgerci, anche questa volta, come con le armi di distruzione di massa inventate da Blair. Questa volta la guerra viene provocata da una messinscena britannica, in particolare ordita dai caschi bianchi britannici, al fine di coinvolgere Trump e l’Europa nella folle politica guerrafondaia di Theresa May. L’Italia non sia complice di questa follia!

Liliana Gorini, presidente di Movisol, Milano

LaRouchePAC: Ne abbiamo abbastanza!

Il Congresso rimuova Robert Mueller e arresti la spinta bellica britannica

Gli Stati Uniti d’America si accingono ad attaccare la Siria, rischiando di provocare una reazione delle truppe russe dispiegate, in base ad una perfida menzogna britannica, che potrebbe scatenare un conflitto su scala planetaria. Nel frattempo il 9 aprile l’ufficio dell’avvocato personale del Presidente americano Donald Trump è stato oggetto di ispezioni richieste dall’inquirente speciale Robert Mueller.

Il motivo sarebbe la necessità di indagare intorno alla relazione sessuale avvenuta anni or sono tra il Presidente e l’attrice pornografica Stormy Daniels. La cosa è ritenuta così seria da Mueller e dai suoi collaboratori corrotti dell’FBI da mettere da parte il sesto emendamento della Costituzione americana. Se non insorgeremo subito contro questa manipolazione, la nazione corre un grave pericolo. Il tentativo spudorato di legare le mani a questo Presidente inducendolo ad entrare nella guerra contro la quale è stato eletto ha assunto dimensioni indicibili.

Nel 2016 milioni di americani votarono affinché cessasse la strategia delle guerre permanenti, strategia necessaria alla sopravvivenza di un sistema anglo-americano ormai finanziariamente in bancarotta e risalente alla fine della seconda guerra mondiale. Tale sistema fa perno nella City di Londra ed a Wall Street; ha distrutto l’economia americana un tempo florida,cpme è diventato evidente a tutti con il crac del 2007-2008. Trump ha promesso rapporti migliori con la Cina, che si sta stagliando nel panorama mondiale come prima economia in termini di potenza produttiva, e con la Russia di Putin. È stata la determinazione di Trump nell’istituire frapporti di cooperazione con quei due Paesi a scatenare il tentato golpe contro di lui, maturato in casa britannica e presso gli utili idioti in loro pugno.

Quel tentato golpe, il cui manifesto è stato lo “sporco dossier” redatto dall’ex spia britannica Christopher Steele e comprato da Hillary Clinton, stava ormai per fallire del tutto, quando la Gran Bretagna ha iniziato l’offensiva attuale. I senatori Charles Grassley e Lindsay Graham hanno citato Steele rivolgendosi al Ministero della Giustizia affinché Trump venga perseguito; i veri patrioti in seno al Congresso hanno condotto un’iniziativa genuina per identificare e perseguire i responsabili di tale golpe. Il 4 marzo 2018 Sergej Skripal e sua figlia sono stati avvelenati a Salisbury.

La Premier Theresa May si è rivolta immediatamente al mondo attaccando la Russia, senza mai produrre prove dell’accusa. Il Presidente Trump è stato sollecitato da consiglieri traditori, tra i quali H. R. McMaster, che durante la sua carriera ha passato un lungo periodo di formazione/cattività presso il britannico Istituto Internazionale per gli Affari Strategici, a sostenere le pretese assolutamente infondate di Londra. Il messaggio pervenuto al Presidente da questi traditori è inequivocabile: unisciti a noi nella marcia verso la guerra e forse, forse, sospenderemo il golpe.

Infine l’esperto britannico di armi chimiche presso il laboratorio di Porton Downs si è rifiutato di avallare la tesi della fabbricazione russa del reagente impiegato contro Skripal: ha sconfessato Theresa May e il dissennato Ministro britannico degli Esteri Boris Johnson.

Già molti dubbi erano stati espressi da numerosi Paesi europei, che si sono astenuti dall’appoggiare la provocazione bellica britannica. Tra i fatti considerati si consideri che i gas nervini avrebbe ucciso immediatamente Skripal e figlia, ora usciti da una prognosi di criticità, e che non è stato precisato il luogo in cui questi gas sarebbero stati impiegati contro di loro. L’inventore di tali gas venefici, ora dissidente residente negli Stati Uniti, ha ampiamente pubblicizzata la formula di produzione. Ma nel frattempo tutta questa importanza del caso sembra aver esaurito i suoi effetti. Gli Skripal saranno affidati a un programma di protezione della CIA riservato a testimoni particolarmente scomodi, mentre la loro casa e il luogo del preteso delitto saranno distrutti, chiudendo il caso a ogni futura indagine.

Nonostante le voci che vorrebbero Trump sostenitore della May, il Presidente americano continua a mantenersi fedele a quanto promesso agli elettori quanto ai suoi rapporti con la Russia. Si è congratulato con Putin per la sua rielezione, lo ha invitato alla Casa Bianca e ha parlato preoccupato della corsa alle armi da parte dei due Paesi. I britannici e i loro amici americani si sono traditi, rispondendo a un Presidente che ora si permette di parlare di ritiro delle truppe dalla Siria e di ricostruzione degli Stati Uniti.

È di questi giorni la nuova fase di provocazione bellica britannica: questa volta i veleni sarebbero stati adoperati dalla Siria, dove russi, iraniani e siriani hanno assestato duri colpi ai terroristi dell’ISIS e ora stanno sistemando il problema costituito dai residui delle forze jihadiste in campo. Le operazioni militari finali hanno avuto luogo nel territorio del Ghouta. Raggiunta la vittoria, Assad avrebbe lanciato attacchi chimici per festeggiare, ben sapendo di attirarsi così gli strali di tutto l’Occidente. E’ quanto cercano di farci credere i media seminatori di guerra.

Le fotografie di bambini morenti cui un anno fa reagì emotivamente Trump, ordinando un bombardamento missilistico, sono state nuovamente esibite. Vi sono ragioni di sospettare che siano false. Russia e Siria avevano avvertito della possibilità di un attacco a base di cloro, già da un mese fa, con la liberazione di Ghouta. L’unica fonte su questi presunti attacchi è quella dei Caschi Bianchi, organizzazione britannica vicina ad Al-Quaeda e profondamente coinvolta nelle passate fraudolente accuse contro Assad per aver impiegato armi chimiche. Seymour Hersh ha documentato questa storia nella {London Review of Books}, scrivendo della falsa notizia sull’uso di sarin nell’agosto 2013 (vedi lrb.co.uk/v36/n08/seymour-m-hersh/the-red-line-and-the-rat-line). Ted Postal, del MIT, e altri autori hanno dimostrato che l’attacco con il sarin, cui rispose Trump militarmente un anno fa, fu una delle tante menzogne usate dai britannici (vedi https://consortiumnews.com/2017/09/07/a-new-hole-in-syria-sarin-certainty/ di Robert Perry e https://www.thenation.com/article/the-chemical-weapons-attack-in-syria-is-there-a-place-for-skepticism/ di James Carden).

I caschi bianchi sono finanziati da britannici e americani della comunità d'{intelligence} impegnata nel tentativo di un cambio di regime in Siria. Hanno ricevuto milioni di dollari a questo scopo. Sono fattori decisivi del fronte interventista e della politica estera di cambio di regime per fermare la quale fu eletto Trump. Nel 2013, quando Obama minacciò la guerra alla Russia a causa della Siria, il popolo americano intervenne, chiese l’intervento di Capitol Hill e impedì il peggio. Ora bisogna fare lo stesso. La Russia registra una guerra dell’informazione crescente, condotta dai britannici e dai loro subalterni negli Stati Uniti. Pensano molto correttamente che questi siano i primi passi verso la guerra. Dobbiamo invertire la rotta, immediatamente. Chiamate il vostro rappresentante al Congressoe e ditegli di arrestare questa deriva bellica e di rimuovere Robert Mueller.

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