Dopo queste elezioni, niente sarà più come prima

di Vincenzo (Enzo) Ciaraffa

In 200 sezioni di Palermo i seggi sono stati aperti in ritardo per il fatto che due collegi elettorali erano stati perimetrati in modo sbagliato … I pressapochisti, i principianti allo sbaraglio, però, sono gli “altri”, mica il sistema!
Tra poche ore conosceremo il risultato politico di queste elezioni ma, per paradosso, non il nome di tutti gli eletti, grazie ad una legge elettorale che è la negazione della logiké sulla quale si eressero le antiche democrazie. L’insipienza dei politici, peraltro, non ha consentito loro di cogliere la stravaganza delle competizioni elettorali di questi ultimi anni: i partiti fanno la propaganda per i competitori, e il fascismo è stato resuscitato dai propri avversari.

Laura Boldrini, ad esempio, grazie al suo calcolato paventare il ritorno al fascismo – lei, fautrice della conculcazione della libertà di espressione sui social – potrà considerarsi l’artefice del compattamento e probabile buon successo elettorale dei partititi e movimenti di estrema destra. Sì perché, contendendo la nostra signora la palma di donna più antipatica d’Italia alla bella Maria Elena, pur di farle dispetto, molti italiani, come appureremo a fine giornata, avranno votato per l’estrema destra.

Ciò che dovrebbe starci a cuore, però, non è tanto l’esito del risultato elettorale, che probabilmente ci consegnerà un Paese ancora più ingovernabile di prima, ma altro. Berlusconi farà l’alleanza con Renzi per salvare il futuro politico del Fonzie de noi antri e nel contempo le sue aziende? Di Maio si farà concupire da Salvini oppure da Grasso per concepire un governo quale che sia? Purtroppo, le premesse per tali abomini si sono materializzate sotto i nostri occhi, offuscati ad arte dalla peggiore classe politica e dirigente che la storia di questo Paese ricordi, fiancheggiata dalla maggior parte dei media.

Difatti, invece di contribuire ad irrobustire la nostra capacità di analisi e di critica per gli inesistenti programmi politici e per gli inverecondi salti della quaglia che hanno coinvolto circa il 50% dei parlamentari (il democristianissimo Casini probabilmente verrà eletto dai comunisti bolognesi!!!), i media hanno praticato una scientifica disinformazione. Essi ci hanno martellato i pendant con il pericolo di un ritorno del duce, con le mancate restituzioni di parte degli stipendi dei parlamentari grillini e con l’elencazione quotidiana delle assurde ed irrealizzabili promesse dei candidati in lizza.

Da domani dovremmo essere un Paese strafelice, specialmente se faranno coppia Renzi e Berlusconi…Ambedue in campagna elettorale ci hanno promesso di tutto: Renzi ha assicurato che in caso di vittoria avrebbe abolito il canone RAI (che appena qualche anno fa ha inserito nella bolletta dell’ENEL) e Berlusconi, invece, ha promesso di abolire – per la seconda volta – la tassa di circolazione e, anche questa promessa fatta per la seconda volta, pensioni più alte per tutti. Non parliamo poi di chi ha promesso l’eliminazione delle tasse universitarie e del biglietto dei mezzi pubblici.

Mentre d’avanti ai nostri occhi era agitata quest’ammiccante prospettiva esistenziale, nella vita reale: per ottenere una prescrizione dal medico di base bisogna ingaggiarlo all’ultimo sangue perché terrorizzato dalle ritorsioni economiche del ministero della salute, il lavoro manca, le fabbriche chiudono, le bollette continuano ad aumentare così come un debito pubblico, che è il quinto più alto al mondo (Dato World Economic Forum). Con queste premesse non sarà possibile neppure abbassare il costo di una caramella! A meno di non voler fare la fine della Grecia com’è molto probabile che alla fine accada.

Stavolta abbiamo votato bene? Abbiamo votato male? Di ciò non saremo chiamati a rispondere alla nostra coscienza perché non ne possediamo più una, ma alla storia – e in men che non si dica. Dopo queste elezioni, infatti, niente sarà più come prima perché dalle urne, comunque vada, uscirà un ingombrante cadavere: quello della nostra libertà.

Dopo queste elezioni è pressoché certo che il presidente della Repubblica dovrà conferire l’incarico di formare il governo ad un’algida addizione di consensi elettorali e non ad una pulsante rappresentanza politica monoliticamente votata dalla maggioranza degli italiani. E questa – chiamatela come volete – sotto il profilo tecnico sarà una dittatura. E i popoli sotto dittatura, prima o poi, fanno la rivoluzione, oppure la guerra civile.

Il prevedibile successo numerico dei grillini, la risuscitazione della destra estrema, i desumibili voti di Matteo Salvini al Sud (terra di antiche jacquerie) saranno soltanto le avanguardie di una guerra che si approssima e che, probabilmente, sarà stata dichiarata nelle urne oggi dagli italiani.

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