Burundi, golpe fallito: 105. 000 profughi riparati nei Paesi vicini

 

Sono 105.000 i profughi del Burundi che sono riparati in Tanzania, Ruanda e Repubblica democratica del Congo per sottrarsi alle violenze legate alle proteste contro il presidente Pierre Nkurunziza, sfociate nel fallito golpe di mercoledi’. Lo ha reso noto l’Unhcr, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati.
In 70.200 hanno raggiunto la Tanzania, in 26.300 il Ruanda e in quasi 10.000 il Nord Kivu, regione della Repubblica democratica del Congo, ha riferito la portavoce Karin de Gruijl.

Tre generali che hanno tentato un colpo di Stato contro il presidente sono stati arrestati: lo riporta la Bbc online sottolineando tuttavia che il leader del golpe, il generale Godefroid Niyombare “è ancora in fuga”. In precedenza Niyombare aveva detto che si sarebbe arreso insieme agli altri generali: “Spero che non ci uccidano”, aveva commentato. Nel frattempo, il presidente è tornato nel Paese.

 

Pesanti combattimenti nei dintorni della radiotelevisione nazionale del Burundi, a Bujumbura, i lealisti affermano di conservare il controllo dell’emittente. Nel Paese regna la confusione all’indomani del golpe contro il presidente Pierre Nkurunziza. Quest’ultimo è intervenuto alla radio da un luogo tenuto segreto per condannare i golpisti e promettere che perdonerà chi si arrenderà. Poi le trasmissioni sono state interrotte per alcuni minuti a causa degli scontri nei dintorni.

“La situazione è sotto controllo e l’ordine costituzionale è salvaguardato”, ha scritto su twitter, invitando alla calma, Nkurunziza che al momento del golpe si trovava in Tanzania.

Mercoledì il generale dissidente Godefroid Niyombaré ne ha annunciato la destituzione, dopo circa tre settimane di proteste contro la sua intenzione di presentarsi per un terzo mandato, un’ipotesi vietata dalla costituzione secondo l’opposizione.

Nel corso delle manifestazioni sono morte almeno 20 persone, si tratta della crisi più grave dalla fine della guerra civile nel 2005. Il golpe è stato condannato dall’Unione Africana che si è riunita d’urgenza.

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