Clonavano carte di credito: 100mila euro al giorno, presa banda di bulgari

carteRoma, 14 apr. – Il giro d’affari ammontava a circa 100mila euro al giorno il giro d’affari gestito dal gruppo criminale di clonatori di carte di credito smantellato nel fine settimana, tra Italia e Bulgaria, dai Carabinieri del Comando antifalsificazione monetaria e della Compagnia di Roma Centro, in collaborazione con Europol e Sans – Servizio di sicurezza nazionale della Bulgaria. Sette le ordinanze di custodia cautelare in carcere e i mandati di arresto europei emessi dal gip del Tribunale di Roma nei confronti dei responsabili di “una associazione per delinquere transnazionale finalizzata alla clonazione di carte di credito e intercettazione abusiva di dati informatici e telematici”.

Quindici i soggetti denunciati in stato di liberta’ per gli stessi reati che si vanno ad aggiungere alle 21 persone arrestate in flagranza di reato durante lo sviluppo dell’attivita’ investigativa. L’operazione Dolly Card deriva da arresti di flagranza di reato effettuati, alla fine del 2012, dai Carabinieri della Stazione di Roma San Lorenzo in Lucina e dalle successive indagini dei colleghi del Comando antifalsificazione monetaria.

L’associazione per delinquere, con basi operative a Roma e in Bulgaria, era composta prevalentemente da bulgari specializzati nella clonazione di carte di credito mediante la manomissione di sportelli bancari Atm (Automatic teller machine). In pratica, sugli sportelli automatici di erogazione del denaro – scelti in relazione all’affluenza di turisti, specie nelle vie del centro – venivano installate apparecchiature “skimmer” dotate sia di un lettore in grado di carpire i dati riservati delle carte di credito utilizzate per il prelievo del denaro, che di una microtelecamera per rilevarne i relativi pin segreti. I dispositivi, dopo alcune ore, venivano recuperati da alcuni complici. Una volta acquisiti, i dati delle carte di credito venivano inviati via internet in altri paesi (Stati Uniti d’America, Kenya, Isola di Bali in Indonesia) e poi “clonati” sui supporti plastici (cosiddetti white plastics) utilizzati per effettuare gli illeciti prelievi di denaro contante, in danno dei titolari.

L’attivita’ di indagine ha consentito di acquisire “importanti riscontri” a supporto della tesi investigativa, soprattutto in occasione degli arresti in flagranza di reato dei 21 soggetti, sorpresi in diverse occasioni a manomettere gli sportelli Atm della banche di Roma, e del contestuale sequestro di 78 skimmer, 33 microtelecamere e centinaia di carte di credito gia’ clonate. Le apparecchiature elettroniche utilizzate per carpire i dati delle carte di credito venivano assemblate tra Sofia e Plovdiv, in Bulgaria. (AGI) .

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