La Germania ordina alla Ue di ”non allentare le misure di austerità”

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28 FEB – La Germania alza la voce ed ordina alla Ue di ”non allentare le misure di austerità” per aiutare i Paesi dell’eurozona in difficoltà come ha ”impropriamente” fatto con Francia e Spagna.

E’ quanto emerge da un documento di otto pagine citato dal Financial Times online, e che accusa la Commissione di adottare ”un approccio arbitrario” nel concedere a Parigi e Madrid ”una flessibilità sui bilanci” e suggerisce la necessità ”di altri due occhi” per assicurare che Bruxelles applichi ”correttamente” le regole sui budget.

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Chi credeva che con la ripresa ormai agganciata, con i bilanci in via di risanamento e con i Paesi impegnati in dure riforme la Germania avrebbe allentato l’ordine di austerità a tutti i costi, si sbagliava: Berlino mantiene la sua linea rigida e avvertendo il rischio che l’Italia possa chiedere presto a Bruxelles qualche concessione sui suoi conti, attacca in via preventiva la Commissione europea per aver fatto ultimamente troppe aperture non dovute ai Paesi non virtuosi.

In un documento scritto con la Finlandia, partner di ferro della cancelliera Angela Merkel nella battaglia per il rigore, la Germania accusa la Commissione di aver cambiato il modo con cui valuta se gli Stati membri hanno preso ‘azioni efficaci’ per rispettare le regole europee di bilancio. Secondo le due capitali, cambiare il metodo di valutazione comporta il rischio di indebolire le regole approvate in questi ultimi anni per rafforzare la sorveglianza, proprio in uno stadio iniziale della loro applicazione. Berlino resta quindi fedele ad un’interpretazione letterale del Patto di stabilità e crescita e prosegue la sua battaglia per riportare, con ferrea disciplina, l’ordine nei conti dei Paesi che violano i vincoli del Patto.

Ma la Commissione non ci sta a farsi accusare: “Il metodo per valutare le azioni che portano ad una procedura per deficit eccessivo è in uso da oltre un anno ed è stato introdotto con una discussione approfondita con gli Stati membri”, ha spiegato Simon O’Connor, portavoce del commissario agli affari economici Olli Rehn. La Germania quindi sapeva, ed aveva approvato, la modifica della complessa metodologia che valuta gli sforzi dei Paesi e cerca di tenere distinti i risultati di bilancio attribuibili ad azioni del governo, da quelli indipendenti dalle azioni degli esecutivi. Lo scopo è avere un quadro più corretto che renda merito ai Paesi che prendono misure efficaci.

Ma l’attacco tedesco alla metodologia di calcolo è solo un pretesto per riportare l’attenzione sulle concessioni che Bruxelles di recente ha fatto a Paesi come Francia, Spagna e Olanda, mal digerite da Berlino che ora teme un’apertura anche ad altri, magari a quell’Italia il cui nuovo Governo non fa mistero di voler ridiscutere i vincoli europei. La tempistica del documento tedesco-finlandese parla chiaro: è stato distribuito alle altre capitali europee proprio il giorno dopo le previsioni economiche della Commissione Ue che certificavano un aumento dei deficit di Spagna e Francia, cioè proprio coloro a cui era stato concesso più tempo per rientrare. Nel 2014 la Francia passa da 3,8 a 4, mentre la Spagna peggiora molto il dato del 2013 che da 6,8 passa a 7,2. Per Berlino, la dimostrazione che concedere più tempo per risanare i bilanci non serve, ma anzi spinge solo i Paesi a rilassarsi e a rallentare il ritmo delle riforme. La pensa diversamente invece il presidente dell’Eurogruppo (ancora per poco, sarà sostituito entro l’anno), Jeroen Dijsselbloem, che con lo slogan ‘più tempo per più riforme’ propone di vincolare i Paesi che vogliono più flessibilità a una serie di riforme da fare prima delle eventuali concessioni di Bruxelles. Idea su cui la Merkel non si è mai pronunciata. (ANSA).

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