“Sottratti 6 milioni a progetti per l’Africa”: a processo i fratelli Conticini

unicef conticini

Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Firenze ha rinviato a giudizio i fratelli Alessandro, Luca e Andrea Conticini, nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza la sottrazione di 6,6 milioni di dollari destinati all’assistenza all’infanzia in Africa.
I tre fratelli sono accusati, a vario titolo, di essersi appropriati di fondi percepiti dalla loro organizzazione “Play Therapy Africa” e di averli riciclati e autoriciclati facendo operazioni immobiliari in Portogallo e acquistando partecipazioni in società, tra cui la Eventi 6 di Rignano sull’Arno (Firenze), riconducibile a Laura Bovoli e Tiziano Renzi, i genitori dell’ex premier estranei a questa inchiesta.

Andrea Conticini, 40 anni, fratello gemello di Luca, è il cognato del leader di Italia Viva Matteo Renzi, avendo sposato la sorella Matilde. Il processo inizierà l’8 giugno. Ammonta a circa 10 milioni di dollari la somma che, secondo le indagini compiute dalla Guardia di Finanza, sarebbe uscita dalla “Play Therapy Africa” in favore dei tre imputati. I soldi erano stati donati da importanti realtà come Unicef e la Fondazione Pulitzer per progetti umanitari in Africa che l’organizzazione dei Conticini avevano ideati.

Spariti i soldi per i bambini africani: inchiesta sul cognato di Renzi

Come scrive www.ilsitodifirenze.it, La procura fiorentina, con le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Luca Turco e dal sostituto procuratore Giuseppina Mione, ha formulato a tre fratelli Conticini le accuse di appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio. L’inchiesta è relativa a 6,6 milioni di dollari che sarebbero stati sottratti ai 10 milioni di dollari di fondi donati da enti benefici internazionali alle organizzazioni di cooperazione “Play Therapy Africa limited”, “International Development Association limited” e “International Development Association” per assistere i bambini del continente africano con progetti speciali.

Le donazioni provenivano da Fondazione Pulitzer, tramite Operation Usa, Unicef e altri enti umanitari internazionali. Ma sarebbero state usate, sempre secondo l’ipotesi della procura, per operazioni immobiliari in Portogallo e l’acquisto di partecipazioni societarie, anzichè nella cooperazione.

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