Cassazione, racconti dei ‘richiedenti asilo’ palesemente falsi

di Giuseppe Salvaggiulo –  www.lastampa.it – Gli stranieri arrivati in Italia con mezzi di fortuna richiedono lo status di rifugiati «sovente attraverso narrazioni stereotipate e tessute intorno a canovacci fin troppo ricorrenti» e quindi palesemente false, da smascherare attraverso «un controllo di logicità, che appare ormai la principale, se non l’unica, difesa dell’ordinamento». Così scrive la prima sezione civile della Cassazione, in una sentenza in materia di protezione internazionale.

La vicenda riguarda A.S., togolese cui sia la commissione della prefettura sia il tribunale hanno rifiutato lo status di protezione internazionale e umanitaria. A.S., musulmano, aveva raccontato di essere stato costretto a fuggire dal suo Paese per evitare le ritorsioni causate dalla distruzione di un idolo in una zona in cui si pratica la religione animista. […]

La Cassazione non solo boccia il ricorso del togolese A.S., ma trae da esso ulteriore conferma di una generalizzata tendenza che «emerge dall’esperienza dal collegio», al punto da poterne ricavare una casistica di «narrazioni stereotipate», che il relatore impietosamente elenca: «quella del giovane musulmano che ha messo incinta una ragazza cristiana, o del giovane cristiano che ha fatto lo stesso con una musulmana (le religioni possono peraltro variare), e scappa dalle furie dei genitori di lei; quella dell’uomo che il capo-villaggio ha destinato a sacrifici umani (il caso in esame appare una variante di questa trama) o ad altra non commendevole sorte; quella del sedicente omosessuale che, se lo fosse, sarebbe perseguitato al suo Paese; quello della lite degenerata in fatti di sangue in cui il richiedente ha, si intende senza volerlo, ferito o ucciso il proprio contendente, in un contesto in cui, quale che sia il Paese di provenienza, le forze di polizia del luogo sono sempre e irrimediabilmente corrotte ed astrette da oscuri vincoli alla potente famiglia della vittima, e così via». […]

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