Diciotti, il processo a Salvini sarebbe un atto eversivo: lo Stato è in pericolo

di Gianmarco Landi

Un mio amico, un avvocato nigeriano,  mi ha insegnato un proverbio africano che mi ha molto colpito: il mais non può aspettarsi giustizia da un tribunale composto da polli. Per il saggio motivo esplicitato in questo proverbio, non possiamo permettere che il Ministro degli Interni sia sottoposto al potere di semplici magistrati che non rappresentano assolutamente nessuno, tantomeno il Popolo o le Leggi rispetto a cui dimostrano di non avere reali vincoli. Nel seguito spiegherò il perché e cosa debba succedere per passare da una II° Repubblica, viziata da fremiti di libido giacobina su cui giganteggia l’ombra della longa manus della grande finanza straniera, ad una III° Repubblica nuovamente riequilibrata.

La cosa che i prepotenti d’animo del Partito Democratico e della Magistratura deviata fanno finta di non sapere, è che a confidare nei processi strampalati della politica per sopraffare gli avversari della Sinistra, così come hanno fatto con Berlusconi,  si coltiva un proposito eversivo.  In passato sia alla corrente di Magistratura Democratica sia al Partito Democratico è andata di lusso, ma prima o poi in Italia credo che  qualche gruppetto di questi magistrati e dei politicanti a loro sodali,   si debba fare molto male. Nei prossimi anni i cittadini esprimeranno il consenso in massa non più verso il buon Berlusconi,  un finto satrapo incompiuto nelle realizzazioni politiche come incompiuta è stata la Rivoluzione Liberale, ma a ben altri profili di rappresentanza politica. Il consenso del Popolo è oggi massivamente diretto in favore di due esponenti sovranisti come Salvini e Di Maio, forti di due organizzazioni politiche radicate nel Paese con tanto di popolo alle spalle e obiettivi in rispondenza diretta al corpo elettorale. La Politica prima di essere cultura, visione, pragmatismo,  ideale,  capacità di saper comunicare e convincere, è un’arte a cui possono accedere con successo solo gli uomini in tal senso vocati per intelligenza, e a me sembra che Salvini e Di Maio lo siano. Questo fa sperare qualcosa di buono nel cuore di ogni italiano che tenga alla Patria.

Ogni politico che non riesce a farsi rispettare con le buone ha nel suo Dna impresso le sequenze chimiche ad idrogeno  per farsi temere e farsi rispettare anche obtorto collo, perciò le paure confessate dai media mainstream  che agitano il fantasma del fascismo, un esercizio ad evidente tutela di quegli interessi prevaricanti per 25 anni il Popolo italiano, sono anche fondate ma non nel senso del pericolo del Fascismo, ma dalla possibilità che dei leader politici della Nazione rimettano le esondazioni di alcuni poteri privati e pubblici, nazionali ma soprattutto esteri,  al loro posto. Qualora ciò avvenisse come io credo possa accadere molto presto,  ci  sarebbe un esteso godimento popolare in tutta quella maggioranza di italiani con la Patria scolpita nel cuore, mentre lacrime  ghiacciate per chi invece  la Patria l’ha tradita più volte con parole e azioni.

Il mio riferimento sulle lacrime ghiacciate trae ispirazione dalla Divina Commedia, in cui la seconda categoria di dannati che  Dante con Virgilio  incontrò nel IX cerchio degli Inferi  (canti XXXII e XXXIII),  erano collocate nella zona dedicata  ad Antenore. Chi era costui? Essenzialmente è una sorta di antenato dei No Border (i  senza Amor di Patria), cioè  un personaggio dell’Iliade reo  secondo il racconto di Omero di aver tradito Troia, nel senso di aver perseguito l’interesse personale di far espugnare i confini murari della sua città Stato ai suoi nemici, gli Achei. Dante si racconta come molto incattivito  verso i dannati del girone dei traditori della Patria che li vede immersi nel lago ghiacciato Cocito con le gambe e parte del busto bloccato, in modo da non potersi muovere ma in modo da potersi contorcere dal dolore perpetuo all’atto di espellere dagli occhi insanguinati  lacrime solide perché congelate all’istante della lacrimazione. Bellissime e dai larghi tratti attuali,  sono le terzine attraverso cui il Sommo contrappone alla freddezza con cui i traditori della Patria hanno agito, la perdita di ogni suo aplomb tanto da scendere lui stesso sul lago ghiacciato per prendere per la collottola un traditore della patria di sua conoscenza, a cui il poeta strattonandolo con furia strappò ciocche di capelli con furibonda violenza.   Il dannato contro cui Dante si scagliò rabbiosamente è Bocca degli Abati, un fiorentino reo di aver tagliato nel corso di una battaglia la mano dell’illustre  Guelfo Jacopo dei Pazzi, che portava il vessillo comunale contro le truppe tedesche  di Manfredi Hohenstaufen, il quale prevalse in battaglia contro Firenze  proprio per la confusione arrecata nei fiorentini ammainando un vessillo della Patria. I canti di cui parlo dovrebbero costituire la premessa di nuove Leggi e iniziative atte a tutelare la Repubblica dai suoi traditori, i fanatici portatori di tante ipocrite istanze della globalizzazione che in realtà hanno sostanziato ambiziose prevaricazioni dalla Mitteleuropa.

L’auspicato passaggio dalla II° alla III° Repubblica abbisognerebbe di una punizione con legge del contrappasso che investa prima di tutto tutti quei magistrati deviati, poi quei giornalisti distolti, continuando con quei politici smidollati ed infine quegli alti dirigenti statali che hanno tutti insieme bellamente tradito la Patria, predicando pure che il loro comportamento fosse giusto, moderno, colto e inevitabile.  Bisognerà iniziare da una casta di impuniti, i Magistrati manifestamente politicizzati che sono stati grandi portatori impliciti di istanze internazionali eversive.   Essi sono colpevoli della barbarie di Tangentopoli dal 1992 in poi,  quando  una II° Repubblica è nata assai infruttuosa, litigiosa  e decadente e ha lentamente desovranizzato lo Stato e il Popolo della Repubblica, portando la Nazione lungo un sentiero di decadenza.

Il caso Diciotti è un continuo del 1992,  perché nella pretesa che i confini Nazionali fossero abbattuti sulla base di una Legislazione che non esiste e che non ha alcun senso, vi è la radice storica dell’attacco alla lira e dei governi tecnici imposti da interessi oltre confine grazie al concorso di magistrature apicali profondamente depravate. Se  è vero che la Diciotti è una nave con bandiera italiana, spetterebbe solo al Ministro derogare dalla Legge  per far sbarcare sul suolo italiano persone che, essendo senza passaporto, nessun magistrato sa chi siano, da dove vengano e cosa ci portino, e non occorre essere uno scienziato per capire che solo così deve essere.  Non si capisce quindi la legittimità con cui qualcuno che ha vinto solo un concorso del CSM possa invertire il normale senso delle cose, e perciò il caso può essere il casus belli di qualcosa di molto pregnante in senso politico. Sappiamo, infatti, che l’azione di  presunto sequestro di Salvini (e Toninelli) ha una  natura di atto ministeriale indi per cui non solo la responsabilità è collegiale di tutto il Governo, ma la sua sindacabilità è permessa solo ed esclusivamente al Parlamento.  Facciamo attenzione.

Ogni membro del Governo può essere processato dalla Magistratura Ordinaria ma previa autorizzazione dell’Organo Sovrano, ciò significa che se essa fosse concessa,  il Parlamento avrebbe sfiduciato il ministro e perciò sortito una implicita sfiducia e un nuovo indirizzo politico della Nazione. In altre parole se si concedesse l’autorizzazione al processo, come si era ventilato all’inizio senza riflettere bene sulla situazione, il potere di indirizzo politico della Nazione sarebbe strappato agli organi competenti ed esercitato su impulso dei Magistrati. Il Ministro risulterebbe infatti o sfiduciato, a seguito di accoglimento di richiesta dei Magistrati e sue doverose dimissioni,  oppure sarebbe sottoposto da Ministro imputato al giudizio dei suoi atti da parte dei Magistrati inquirenti e giudicanti, e quindi  in entrambi i casi si profilerebbero i contorni di un colpo di Stato.

Faccio notare che  i Padri della Costituente  hanno previsto un equilibrio di poteri che  non vuole un Ministro, ancorché consenziente, costretto a sottoporre i suoi atti ai Magistrati, i quali possono certamente processare una qualsiasi persona che ha commesso reati, ma se ipotizzassero un qualche reato a carico di un Ministro richiedendolo in veste di imputato ai loro piedi, devono affrontare  tutto il limite e le conseguenze che avrebbe avuto il pessimo esercizio della loro funzione offensiva e lesiva della volontà popolare nella eventualità, che in realtà è certezza, la loro fosse stata una iniziativa destituita di fondamento, di legittimità e di buon merito.

I Magistrati partendo solo con una  mera ipotesi di reato del tutto soggettiva, in Italia hanno ambito di mettere sotto scacco il Governo e il Parlamento, ma quando alla fine avranno torto, come sempre costantemente avviene, cosa succede loro? Nulla, perché sarebbero altri loro colleghi a giudicarli e come sappiamo un cane non morde un altro cane !  In un Paese normale, peraltro,  nessuno che abbia il senno potrebbe pretendere che solo il Ministro sia processato per i suoi atti ministeriali partoriti di per sé in conformità alla Legge, cioè senza coinvolgere il capo di gabinetto, le gerarchie della polizia etc…  In un Paese normale anche quanto accaduto in passato con il Presidente Berlusconi, sottoposto a oneri di procedure processuali per imputazioni folli e destituite di fondamento, non sarebbe mai accaduto, ma per l’unicum Berlusconi si poteva ledere l’agenda di governo e l’immagine della Nazione, nonché usurpare la volontà Popolare e Parlamentare. Adesso basta ! Questo aspetto degenerato pure con Salvini è assurto a patologia endemica, ed è un grave vulnus alla Democrazia. Molto male, anzi malissimo,  ha fatto Berlusconi e tutto il Centrodestra a lagnarsene nel tempo ma a tollerarlo, invece di reagire con forza rimettendo la Magistratura nei suoi binari costituzionali, così come era prima del 1992 quando l’Italia aveva una forza politica ed economica da potenza Mondiale anche perché i Magistrati facevano il loro lavoro in silenzio senza protagonismi da Salute pubblica giacobina.

Il Senato a mio giudizio non autorizzerà proprio nulla ma faccio notare un aspetto per chiarire l’assurdità e la violenza insita nella richiesta.  Se il Senato autorizzasse il processo al Ministro Salvini in carica, a prescindere o meno che si arrivi a sentenza  in primo grado tra 7/8 anni, si profilerebbe la situazione eversiva di un magistrato che avrebbe  il legittimo potere di arrestare Salvini con il fondato pretesto del potenziale rischio del reitero del presunto reato. In effetti se fosse plausibile un reato  di sequestro  compiuto dal Ministro all’atto di bloccare i flussi di deportati in Italia attraverso il collaudato sistema sinergico  trafficanti-ONG-Cooperative sociali di sinistra, Salvini sicuramente starebbe reiterando questo reato anche adesso, in questo momento,  e lo farebbe pure in futuro e perciò a quel punto, cioè se si riconoscesse una valenza di legalità alla richiesta dei Magistrati cedendo a loro un potere, essi potrebbero anche arrestare il  Ministro artefice di atti ministeriali  da loro ipotizzati come reati. Ovviamente è del tutto irrilevante che tra sette-otto anni ci sia una sentenza che dica che l’atto a firma di Salvini non costituiva alcun reato, poiché il fine della sortita in toga rossa non è quello di perseguire chi commette reati ma bloccare gli indirizzi politici di Salvini. Un equilibrio di poteri in cui un qualsiasi magistrato  che non concordasse con gli atti del Ministro  potrebbe arrestarlo, sarebbe una tirannide, porterebbe ancora più caos e continuerebbe il cammino di distruzione dello Stato nella dissoluzione fisica e valoriale del Popolo italiano, un tema evidentemente caro a chi promuove queste deportazioni ai fini di sostituzione etnico culturale.

Il Senato a maggioranza gialloverde e con un Centrodestra molto forte, non potrebbe mai concedere  l’autorizzazione al processo di Salvini  senza semmai dimissionarlo o sfiduciarlo allo stesso tempo, una cosa illogica oltre che impossibile da attuarsi. Anche chi ha fiducia nei Magistrati non può spingersi fino al punto di riconoscergli  il potere  in potenza di destrutturare lo Stato sindacando atti ministeriali di mero potere politico, perché ricordo che al Ministro degli Interni fanno capo tutti i prefetti e tutte le questure, e delegittimandone gli atti, si porterebbe deterioramento all’articolazione stessa dello Stato. Fortunatamente il Presidente del Consiglio, un professore costituzionalista,  questi concetti li ha più chiari di quanto li abbia io,  tanto da sbaragliare la sortita offensiva dei Magistrati e dare una ‘svegliata’ a tutti i grillini. Conte dicendo apertis verbis che nel caso di autorizzazione a procedere, sarebbe  investito anche lui, poiché tutti gli atti ministeriali a firma Salvini, condivisi o meno che siano stati, sono atti del  Governo Conte, ha spiegato a tutti gli attori della Repubblica che  nessun magistrato può allestire processi di alcun tipo sull’azione di governo, senza farlo cascare qualora il Parlamento desse minimamente retta a queste incursioni togate sugli affari del Viminale.

Ciò detto rimane l’aspetto per me più importante, e cioè la sortita golpista di questi magistrati con il suo esplicito carattere eversivo  che io vedo configurare  come un  tentativo ambizioso di sovvertire l’ordine democratico costituito e  le istituzioni che ne sono l’espressione da rispettare.  Questi Magistrati hanno commesso un abuso enorme pretendendo di calamitare  nella loro funzione giudiziaria un potere illegittimo, dando ad intendere che gli atti  del Ministro Salvini possano avere una valenza personale a loro sottoponibile dal Parlamento. Questo tentativo si configura secondo me come un reato contro la personalità dello Stato perché costoro  hanno tentato di processare un Ministro della Repubblica per i suoi atti ministeriali, e questo non solo non lo possono fare, ma non possono neanche tentare di farlo, perché è già un grave reato il solo tentativo.

Ad aggravare il  quadro si arriva pensando che gli stessi magistrati,  né altri di qualche sperduta procura d’Italia,  hanno mai sollevato casi giudiziari di qualche tipo quando negli ultimi anni i ministri degli interni del PD hanno favorito l’immigrazione di masse enormi di clandestini forzando chiaramente le Leggi, così  dando luogo ad un plausibile concorso esterno in innumerevoli reati commessi a 4 mani con  gli scafisti e gli affogamenti a mare, con la mafia nigeriana e i suoi squartamenti di corpi umani a scopi commerciali e sado-ludico sessuali oppure con la moltitudine di cooperative avidamente corrotte da sprechi di denaro pubblico di cui tutti sappiamo.

Perciò questi casi della Diciotti o della Seawatch 3 sono vessilli assolutamente emblematici, come il vessillo di Firenze caro a Dante nella battaglia contro la tirannide straniera di Manfredi. Il coraggio di affrontare di petto questi fenomeni potrebbe stagliare la fine della II° Repubblica aperta proprio con le esondazioni sanguinarie della magistratura  ‘assassina’ di deputati e manager nazionali oltre che del consenso di tre leader politici nazionali, come Craxi, Andreotti e Forlani, al fine concreto non certo di pulire le mani a qualcuno ma di aprire la strada alle invasioni straniere e alle razzie susseguite in questi anni. L’ingiustizia enorme insita in Tangentopoli è nei  traditori della Patria conclamati, come ad esempio Giorgio Napolitano con tanto di valigette sovietiche, messi sul piedistallo ed elevati a monarchi della Repubblica, mentre i politici e i partiti artefici del miracolo economico italiani buttati nel fango giudiziario.  Oggi come allora la Magistratura protagonista in politica ha la stessa vocazione alla ingiustizia e alla prevaricazione della Democrazia e delle Leggi, infatti pretende che ex ministri del PD  non debbano rispondere di una sfilza chilometrica di  reati esplicitamente codificati nel codice penale e bellamente commessi ventilando emergenze e sentimentalismi indotti,  mentre chi ha solo applicato la Legge, peraltro in ossequio alla forza parlamentare ed elettorale conferitagli  dall’esito del suffragio democratico, dovrebbe essere processato e finire in carcere per un sequestro di persona del tutto campato in aria.

Perciò si arriva al punto veramente importante : cui prodest questo tentativo  di certi  magistrati per mettere sotto il  Governo e il Parlamento?

Dobbiamo individuare gli artefici di questa alzata di testa dei Magistrati eversivi nei disegni di globalizzazione delle elite più radicali della sinistra, cervelli e rispettivi conti correnti bancari asserviti dall’Alta finanza straniera.  Costoro sono essenzialmente  volti a distruggere la Nostra Storia, il Nostro Stato e la Nostra Democrazia, e perciò sono loro quelli da processare. Il rispetto dei nostri confini nazionali e delle nostre Leggi  per l’ingresso  in Italia hanno il senso di assicurare quell’ordine e quella sicurezza che si deve riconoscere come un diritto del popolo italiano, costituendo peraltro la  ragione filosofica e storica della nascita dello Stato, e chiunque non rispettasse tutto ciò attentando alla personalità dello Stato è un pericoloso criminale da abbattere.

Non occorre nessun parere del Parlamento per sapere se il Ministro degli Interni può avere interessi  personali o meno a chiudere i porti  opponendo diniego di accesso verso  la punta di un iceberg minaccioso fatto da 1 miliardo e mezzo di deportabili potenziali dall’Africa. La richiesta di processo è quindi un tentativo di per sé offensivo ed eversivo.   Il Ministro non ha il diritto bensì il dovere di fare quello che ha fatto, anche  usando  la forza  per colpire chiunque si adoperi in senso contrario al suo agire che è ancorato alle Leggi e alla supremazia insindacabile dello Stato italiano sul suolo italiano. Semmai, ribadisco, bisognerebbe processare i Ministri del recente passato che invece hanno derogato alle Leggi perseguendo astrattezze radical chic di impeti esterofili i cui benefici in realtà li hanno avuti solo in pochissimi, e non certo la collettività.

Tutto ciò tenuto ben presente,  si scorge nel carattere giudiziario di questa sortita dei magistrati, un carattere ovviamente avallato dai Media principali e dai politici del PD asserviti notoriamente a interessi stranieri, che si profila una minaccia contro lo Stato. E’ noto come nel Mondo, e non solo in Italia,  vi siano elite che perseguono di distruggere il popolo italiano sul suolo italiano promuovendo che altri popoli si mescolino forzatamente a loro per dissolvere identità e caratteri culturali, obiettivo a cui pervenire proprio abbattendo  i confini nazionali e desovranizzando le Istituzioni. Perciò lo Stato è  sotto attacco e  deve reagire al  grave pericolo indirizzato dalle forze della globalizzazione, anche  attraverso  certi magistrati giacobini,  che  occorre punire arrestandoli e processarli,   suscitando un  grande clamore mediatico internazionale assolutamente necessario per fare da modello di best practice. E’ infatti necessario  istituire una Commissione di inchiesta Parlamentare che tiri fuori dai cassetti tutte le magagne cominciate dalla speculazione sulla lira di Soros del 1992, Tangentopoli, la Magistratura politicizzata,  e la collusione tra certi gangli di Giustizia, i media e l’Alta finanza, fino a indagare sui soldi che arrivano a queste ONG e alle loro navette. Ovviamente tutto ciò avendo premura di avvisare  Antenore agli Inferi di fare una grande spazio nel lago ghiacciato  per offrire posto a dei suoi colleghi, i traditori della Repubblica italiana, che il Sommo Poeta accoglierebbe da par suo scendendo apposta dal Paradiso per  prenderli per  collottola e strattonarli strappandogli ciocche di capelli con Somma soddisfazione.

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