Se la corruzione riguarda l’immigrazione non si dimette nessuno?

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“Dopo aver fatto dimettere Lupi, Renzi farà dimettere anche il sottosegretario Ncd Castiglione, indagato per la milionaria spartizione degli appalti al Cara di Mineo?”. Il capogruppo della Lega Nord a Montecitorio Massimiliano Fedriga va in pressing sul premier dopo l’uscita di scena del titolare alle Infrastrutture.

“Su Castiglione – incalza il leghista – pesa un’inchiesta per appalti da quasi 100milioni di euro, soldi dei cittadini che questo governo ha scelto di gettare nelle fauci delle mafie e della criminalità, che brindano alle politiche di invasione messe in atto dallo stesso Ncd. Il business dell’accoglienza è un gigantesco furto di denari pubblici e un favore fino ad oggi concesso alle coop di Mafia capitale. Ecco perché né Alfano né Renzi possono pensare di cavarsela sacrificando il proprio (ex) ministro Lupi”. Adnkronos

Business immigrazione: indagato il braccio destro di Alfano – nessuno ne ha chiesto le dimissioni. Lupi invece non è neanche indagato

Alfano-Castiglione  Giuseppe Castiglione, sottosegretario e braccio destro in Sicilia del ministro dell’Interno Angelino Alfano, finisce nell’inchiesta sull’appalto manipolato per il Centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo, il più grande d’Europa. Con il politico è finito indagato anche Luca Odevaine, il presunto manovratore di Mafia Capitale per il controllo del business immigrazione in tutta Italia.

“Si sarebbe dovuto dimettere tutto il governo”. Così Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia-An, che dice di aver “apprezzato molto l’intervento di Lupi, che si è dimesso pur non essendo indagato e ha avuto la stessa sorte di Nunzia De Girolamo: entrambi sacrificati da Ncd per non mettere in discussione il governo e l’alleanza col Pd”.

Marino-Buzzi

“Da ‎questo punto di vista -aggiunge Meloni- non posso non constatare come lo stesso gesto non sia stato compiuto da altri esponenti dell’esecutivo.‎ A partire da uno degli uomini più fidati di Renzi: il ministro Poletti, al centro di una situazione altrettanto imbarazzante ma che è rimasto saldamente al suo posto.

Per non parlare del ministro Boschi e del ruolo ricoperto da suo padre, vice presidente della Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, in una vicenda dai contorni poco chiari che ha consentito a speculatori e finanzieri amici di guadagnare milioni di euro grazie ad un decreto del governo”.

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“Ma l’elenco è ancora lungo e potrei citare i quattro sottosegretari indagati ma rimasti inchiodati alla poltrona, la vicenda di De Luca in Campania fino al caso Chil Post, che coinvolge direttamente lo stesso presidente del Consiglio Renzi, che ha fatto pagare agli italiani i debiti accumulati dalla società di famiglia. Senza contare -conclude Meloni- l’atteggiamento di certa stampa, che utilizza sempre due pesi e due misure quando si tratta di affrontare determinate situazioni”.

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