Benedizioni pasquali: cominciamo ad esigere il rispetto della religione cattolica

SERRAVALLE PISTOIESE. INTERVENTO DEL PORTAVOCE DI FDI-AN ELENA BARDELLI IN MERITO AL RIFIUTO DELLA BENEDIZIONE PASQUALE DELIBERATO DAL CONSIGLIO D’ISTITUTO DEL POLO SCOLASTICO DI CASALGUIDI.

pasqua

In merito alla tristissima vicenda del reiterato rifiuto, da parte del Consiglio di Istituto del Polo Scolastico di Casalguidi, della annuale benedizione pasquale, occorre fare alcuni chiarimenti e osservazioni. Come abbiamo appreso, la benedizione è stata rifiutata appellandosi al principio di laicità e al rispetto per le altre religioni. A questo proposito bisogna distinguere bene tra laicismo e laicità: il primo è l’atteggiamento di chi si oppone alla tradizione religiosa giudaico-cristiana e combatte la Chiesa come presenza di Gesù Cristo nel mondo; la laicità invece è il riconoscimento e la difesa, da parte dello Stato e delle istituzioni, dei diritti fondamentali di tutti i gruppi etnici presenti all’interno di una nazione, compresa la libertà religiosa.

Tuttavia in base a questo principio oggi in Italia si arriva purtroppo all’assurdo e all’inverosimile: per far posto a persone di diversa tradizione culturale e religiosa si giunge a negare, con il beneplacito delle istituzioni stesse, il diritto dei cattolici a professare e manifestare pubblicamente la propria fede religiosa e quindi ad eliminare la identità storica e culturale di un popolo.

È bene infatti ricordare un dato oggettivo. La cultura occidentale, volenti o nolenti, ha radici cristiane; indipendentemente dal proprio credo personale, i principi e i valori della cultura italiana (la libertà, la democrazia, la sacralità della vita, il primato della persona) provengono dal cristianesimo.

Ciò che è veramente grave, quindi, è che siano cristiani o comunque persone appartenenti al popolo italiano, e non atei o credenti di altre religioni, a chiedere l’abolizione dei simboli cristiani dai luoghi pubblici oppure a rifiutare, come nel caso del Consiglio d’Istituto del Polo Scolastico, la benedizione del parroco. Mi risulta che nessun islamico o buddista o indù, se mai siano presenti nelle nostre scuole, abbia protestato; invece molte famiglie di Casalguidi si sono indignate per la decisione arbitraria di quest’organo collegiale. Chi si fa interprete e garante delle loro richieste?

Una riflessione a parte merita poi la questione del dialogo religioso e dell’integrazione. I cattolici possono dialogare con le altre religioni solo a partire dall’approfondimento e dall’affermazione della propria identità, non a prescindere da essa.

L’integrazione dovrebbe favorire agli immigrati la conoscenza del patrimonio culturale e storico del popolo accogliente, perché sia, se non condiviso, almeno rispettato; ma se nel nostro Paese sono le istituzioni, in nome della tolleranza, a negare loro la conoscenza della tradizione religiosa del popolo, che è parte integrante della sua cultura, di quale integrazioni si vuole parlare?

Invece di permettere la rimozione dei crocifissi, la costruzione non regolamentata di moschee, l’abolizione del presepe e delle feste cristiane, cominciamo ad esigere rispetto della religione cattolica e la condivisione delle regole della convivenza civile e sociale! Una benedizione per gli atei o gli appartenenti ad altre religioni dovrebbe essere un gesto indifferente. Perché dunque tanto accanimento contro una espressione della fede popolare?

Dobbiamo aprire gli occhi: l’accoglienza indiscriminata, buonistica e tollerante, manifestazione del laicismo e del relativismo imperanti in Europa, sta conducendo ormai a rinnegare i principi cristiani della cultura occidentale e ad aprire paradossalmente la strada ad atteggiamenti intolleranti e integralisti da parte di altre tradizioni culturali e religiose. È giunto il momento di riappropriarci con orgoglio delle nostre radici cristiane, riaffermando con decisione la nostra identità!

Elena Bardelli Portavoce Comunale FdI-AN, Serravalle Pistoiese

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K