Il 47% italiani non arriva a fine mese e il 40% vorrebbe tornare alla lira

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Sfiduciati, con le tasche sempre un po’ piu’ vuote e desiderosi (potendo) di cambiare aria. E’ un ritratto poco incoraggiante del Belpaese e dei suoi abitanti quello tratteggiato dall’Eurispes nel “Rapporto Italia 2015”. I numeri sono impietosi: la condizione economica delle famiglie e’ peggiorata nel 76,7% dei casi e quasi un cittadino su due (il 47,2%) ha difficolta’ ad arrivare a fine mese e deve attingere ai propri risparmi per far quadrare i conti.

Il 55,7% del campione non crede nella ripresa, il 33,9% pensa che la situazione restera’ stabile e appena il 4,6% (poco piu’ della meta’ dell’anno scorso) e’ ottimista. I costi per la casa costituiscono un serio problema: il 73,1% di chi ha contratto un mutuo di acquisto ha difficolta’ a pagare le rate, e il 69,6% di chi e’ in affitto non riesce a saldare regolarmente il canone.

Un preoccupante 40,9% non ce la fa nemmeno a sostenere il costo delle spese mediche: inevitabile che uno su tre (il 33,3%) negli ultimi tre anni abbia chiesto un prestito bancario. Cresce, in compenso, il partito dei nostalgici della lira: il 40,1% dei residenti pensa che dovremmo uscire dall’euro (un anno fa era il 25,7%). Il “Grande Fardello”, un mix oppressivo di fisco e burocrazia, e’ il vero gancio che trattiene l’Italia: il 39,5% dei residenti considera una sfortuna viverci e aumentano (fino al 45,4%) anche i connazionali che vorrebbero trasferirsi all’estero.

La ricerca di maggiori opportunita’ di lavoro (32,1%) e’ la motivazione piu’ sentita per cui si e’ disposti a cambiare vita e paese, seguita dalla speranza di maggiori opportunita’ per i figli (12,2%) e dalla ricerca di piu’ garanzie sul futuro.

Continua a calare anche la fiducia nelle istituzioni, eccezion fatta per forze dell’ordine: nuovi passi indietro per Parlamento (10,1%, il 6% in meno rispetto al 2014) e, soprattutto, la magistratura, che crolla dal 28,8% al 12,6% dei consensi.

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