Vaticano: le migrazioni promuovono “la diversita’ culturale”

veglio

 

La presa di posizione del cardinale Antonio Maria Veglio’ (ASCA) – Citta’ del Vaticano, 4 nov 2014 – “Migranti” non e’ sinonimo di “intrusi” o “irregolari”. Lo ha ricordato il il presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, cardinale Antonio Maria Veglio’, nel corso di una conferenza presso la Pontificia Universita’ Gregoriana e rilanciata oggi dal quotidiano Vaticano, L’Osservatore Romano.

Il porporato e’ tornato a chiedere che “la sfida culturale delle migrazioni” venga affrontata “non tanto con l’uso di meccanismi di difesa nei confronti di altre identita’ o culture”, quanto piuttosto con “l’assunzione di nuove reti di solidarieta’ contro l’esclusione e la miseria”.

Per il card. Veglio’ le migrazioni vanno considerate una potente “forza di trasformazione” in grado non soltanto di promuovere “la diversita’ culturale” ma di “cambiare le dimensioni demografiche, economiche e sociali dell’intero pianeta. asca

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5 thoughts on “Vaticano: le migrazioni promuovono “la diversita’ culturale”

  1. …….eppure S. Daniele Comboni disse : aiutare l’Africa per mezzo dell’Africa, cosa dice questo porporato, cosa blatera ? La democrazia, il modo di vivere occidentale dev’essere metabolizzato nel corso delle generazioni !!!!! non si possono gestire in modo proficuo persone provenienti da culture diverse semplicemente spostandole da un paese all’altro ! Se poi sotto ci sono interessi occulti questo è un altro paio di maniche ! I preti facciano i Pastori delle anime e badino al loro gregge che diventa anche per causa loro sempre piu’ sparuto !!!!!

  2. L’opinione personale di un Cardinale non rappresenta comunque il Pensiero della Chiesa ! Quindi Sua Eminenza pensi giustamente come crede, io e tanti altri Cattolici la pensiamo diversamente sulla questione dei clandestini extracomunitari !

  3. Secondo questo vescovo l’immigrazione senza freni porta a:“l’assunzione di nuove reti di solidarieta’ ” la traduzione dal vaticanese è questa: la chiesa si sta trasformando in una grande caritas, un’associazione a fine di lucro e di potere, che abbisogna di un esercito di poveri.
    Non necessariamente cristiani, questo è irrilevante nella chiesa di oggi, che non si occupa più della fede, della “Verità” anzi, oggi la chiesa è il trionfo del relativismo, del globalismo, “Dio non è cattolico perché è universale” disse bergoglio a scalfari.
    Dunque che cosa ci sta a fare una chiesa cattolica se non è più custode della Verità? Niente, dal punto di vista religioso, la chiesa non è più niente, è soltanto una “rete di solidarietà” una caritas, nient’altro, soltanto una struttura para-pubblica, fagocita-soldi (dei contribuenti) e se un domani salisse mai al potere un governo che non li vuole finanziare, allora serviranno i poveri non italiani, come esercito che può scatenare una guerra civile.
    Un ricatto, ecco a cosa serve l’immigrazione incontrollata, a ricattare lo stato: o i soldi alle “reti di solidarietà” o la guerra civile degl’immigrati contro gl’italiani.

  4. Indubbiamente l’insegnamento delle diversità culturali che ci insegnano i diversamente europei è come tagliare le testa con destrezza, infibulare le ragazze, considerare le donne come schiave: ma questo Vegliò è mai stato in un paese tribale africano con il predominio mussulmano? Vada a vegliare ad occhi aperti perchè mi sa che si è sempre addormentato.

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