Ex economista Bce: Paesi in difficoltà considerino l’idea di lasciare l’euro

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26 mar – Duro attacco dell’ex capo economista della Bce Otmar Issing a coloro che in Italia incolpano la Germania dei mali nell’economia della Penisola: “Gli imprenditori italiani – afferma – potrebbero dire dove risiedano le vere responsabilità”. E in generale “i paesi che si trovano in difficoltà hanno causato da soli i loro problemi“, scrive in un articolo sul Financial Times. “Non bisogna permettere a coloro che continuano a violare le regole di ricattare gli altri”, semmai “dovrebbero prendere in considerazione l’idea di lasciare” l’euro.

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Issing si scaglia a testa bassa contro le idee di mutualizzazione dei debiti debiti pubblici tra paesi, come quella sugli eurobond. “Violerebbero” i principi dell’area euro e “minerebbero la democrazia. E questo manderebbe ai paesi altamente indebitati il messaggio che possono godere di modesti costi di finanziamento senza tenere sotto controllo le finanze pubbliche. Così si premierebbero le politiche cattive e si punirebbero le politiche sane. Chi pensa di chiamare tutto ciò solidarietà?”.

Issing, componente del Comitato esecutivo della Bce con la delega di capo economista dal 1998 al 2006, arriva perfino ad attaccare l’Unione bancaria. “Meglio bloccare tutto il progetto”, se prima non si risolvono i problemi che i sistemi bancari nazionali si portano dietro “in eredità”.

Ma soprattutto insiste sul fatto che le responsabilità per le difficoltà dei singoli Stati risiedono all’interno dei loro rispettivi confini. “Prendete l’Italia. Chi si ricorda dell’impegno che prese nel 1998 di mantenere costantemente l’avanzo primario di bilancio a un livello tale da garantire una riduzione del rapporto debito-Pil?. Quando i tassi di interesse italiani sono calati a valori simili a quelli tedeschi, come effetto dell’unione monetaria, ha ricevuto un bonus che valeva miliardi di euro. Queste risorse sono state dilapidate”, incalza Issing. “La Germania viene sempre più spesso accusata di essere responsabile della miserabile situazione dell’Italia. Ma gli imprenditori italiani potrebbero dire dove sono le vere responsabilità”.
“Il futuro dell’area euro e della Germania poggia su economia sane. Così come su una moneta stabile e su finanze pubbliche solide. Questo – conclude Issing – significa competitività, flessibilità e sostenibilità dei sistemi pensionistici“.

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