Terzi distrubuisce 1,366 mln di euro a “enti” i cui direttivi pullulano di politici in carica

30 nov – Un bella sfilza di mancette che vanno a premiare associazioni e fondazioni di «studio» i cui organi direttivi pullulano di politici in carica, ex politici e top manager di ogni estrazione. Sono grosso modo questi i contorni di un decreto trasmesso nei giorni scorsi al parlamento dal brembatese ministro degli esteri Giulio Terzi di San’Agata.

In palio c’era la distribuzione, relativa all’anno 2012, di 1 milione e 366 mila euro tra i cosiddetti «enti internazionalistici» annualmente finanziati dalla Farnesina, in pratica istituzioni che svolgono attività di studio, ricerca e formazione nel campo della politica estera.

Ebbene, quel che viene fuori è che i gettoni più cospicui, del valore di 92 mila euro ciascuno, sono stati destinati a tre realtà: Sioi, Ispi e Iai. La prima è la Società italiana per l’organizzazione internazionale, presieduta dall’ex ministro degli esteri Franco Frattini, uno dei big del Pdl. Curiosamente, almeno a stare all’organigramma pubblicato sul sito internet, emerge che lo stesso ministro Terzi fa parte del suo consiglio direttivo.

Poi c’è l’Istituto per gli studi di politica internazionale, nel cui comitato di supervisione spiccano il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia (ex Rifondazione comunista), e il presidente della provincia del capoluogo lombardo, Guido Podestà (Pdl). Ma l’Ispi può anche contare su un consiglio di amministrazione formato dalla maggior parte dei top manager pubblici e privati italiani: si va da Franco Bernabè di Telecom Italia a Paolo Andrea Colombo dell’Enel, da Enrico Tommaso Cucchiani di Intesa Sanpaolo ad Alberto Meomartini di Assolombarda, da Giuseppe Orsi di Finmeccanica a Carlo Pesenti di Italcementi.

E poi arriva il turno dell’Istituto affari internazionali, il cui comitato direttivo è un specie di parlamentino. Tra i suoi numerosi componenti troviamo Enrico Letta (Pd), Alfredo Mantica (Pdl), Adolfo Urso (Pdl), Emma Bonino (Radicali), Margherita Boniver (Pdl). Ma nell’organo, sempre secondo quanto emerge dagli organigrammi pubblicati on line, trovano posto anche il sindaco di Torino Piero Fassino (Pd) e, ancora una volta curiosamente, il sottosegretario agli esteri Marta Dassù.

Per carità, va detto che si tratta di enti che per legge vengono finanziati dal ministero degli esteri. E va rilevato come nel corso degli anni, complice il periodo di vacche magre, questo tipo di finanziamento sia andato progressivamente scemando. Ciò non elimina alcune perplessità circa la straripante presenza di politici negli organi direttivi di queste associazioni. Senza contare la valanga di top manager che potrebbero aprire ben altri canali di finanziamento di queste realtà che invece ogni anno non mancano di drenare risorse pubbliche. Anche perché la lista allegata al decreto Terzi è composta da decine di istituzioni.

Destinatario di 50.600 euro, per esempio, è l’Ipalmo (Istituto per le relazioni tra l’Italia, i paesi dell’Africa, dell’America Latina e del Medio Oriente, il cui presidente è nientemeno che l’ex ministro socialista Gianni De Michelis, è il cui vicepresidente è ancora il sindaco di Torino Fassino.

Ancora, 32.200 euro hanno preso la strada del Cespi (Centro studi politica internazionale), con un consiglio di presidenza occupato da tutti pezzi grossi del Pd: dall’onnipresente Fassino a Livia Turco, da Gianni Pittella a Enrico Letta e Lapo Pistelli.

Poi c’è un drappello di fondazioni che spesso vengono definite «politiche». Abbiamo la fondazione Alcide De Gasperi, presieduta da Frattini, destinataria di 18.400 euro, la stessa cifra elargita all’Aspen Institute Italia, che non soltanto è presieduto dall’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti, ma presenta un comitato esecutivo con partecipazioni come quelle di Luigi Abete (Bnl), John Elkann (Fiat), Fedele Confalonieri (Mediaset), Emma Marcegaglia e lo stesso presidente del consiglio Mario Monti.

Con un gettone da 9.200 euro spunta anche la fondazione Magna Carta che vede come presidente onorario Gaetano Quagliariello (Pdl) e come fondatori big dell’impresa come Bat Italia, Erg e Mediaset.

Ma l’elenco, come dicevamo, è lungo. Per arrivare alla cifra complessiva di 1 milione e 366 mila euro, infine, bisogna considerare i 555 mila euro assegnati dal decreto Terzi, che comunque è preso di concerto con il ministero dell’economia, alla Società Dante Alighieri (che vanta come vicepresidente Gianni Letta) e i 100 mila euro all’Unidroit, l’Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato.

Fonte giornaledibergamo

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