Dirigente banca: “Fare meno mutui possibile, allungare istruttorie, scoraggiare la clientela”

14 luglio – Fare meno mutui possibile. Prendere tempo, allungare le istruttorie, scoraggiare la clientela. Può sembrare assurdo, ma è uno degli obiettivi esplicitamente indicati dai vertici di una delle prime banche italiane alla propria rete retail. “Facciamo riunioni ormai a cadenza quotidiana e ci sono comunicazioni interne, anche scritte, per veicolare un messaggio piuttosto semplice: fate pochi mutui“, spiega all’Adnkronos uno dei responsabili del retail di una delle principali banche italiane che, per ovvie ragioni, preferisce restare anonimo.

A spiegare una scelta che in altri tempi sarebbe totalmente incomprensibile è la crisi di liquidità che, ormai da quattro anni, sta colpendo il sistema bancario. Il rapporto tra la raccolta e gli impieghi, quindi sostanzialmente i prestiti erogati, si e’ sbilanciato a causa della crisi. E il mercato interbancario e’ fermo.

In questo contesto, per le banche diventa molto piu’ redditizio fare trading sui titoli di Stato, prendendo soldi dalla Bce all’1% investendoli in titoli di Stato più remunerativi, che non ‘disperdere’ liquidita’ nell’economia reale, a imprese e famiglie, attraverso l’erogazione di finanziamenti e mutui. A dimostrare la consistenza del fenomeno sono i dati diffusi oggi dalla Cgia di Mestre.

(Se il governo non è a favore delle banche quanto meno ha una certa simpatia per esse e se non è simpatia che cos’è? Paura? Del popolo invece non sembra averne tanta di paura.,,)

Nel periodo fra dicembre 2011 e maggio 2012, contrassegnato dalla maxi-iniezione di liquidita’ con 255 miliardi di euro di finanziamenti all’1% ricevuti dalla Bce, le banche italiane hanno ridotto i prestiti alle famiglie (-1,29 miliardi di euro pari ad una variazione del -0,3%) ed alle imprese (-7,9 miliardi di euro pari al -0,8%), ma hanno aumentato del +44,3% (pari a +92,89 miliardi di euro) l’acquisto di titoli di Stato. Numeri che, secondo il segretario dell’associazione degli artigiani Giuseppe Bortolussi, si spiegano “nel fatto che, in una determinata situazione come quella che si e’ venuta a creare verso la fine del 2011, le banche italiane hanno preferito investire sul sicuro, anziche’ rischiare assieme alle famiglie ed alle imprese”.  adnk

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