Italia Viva, il partito di maggioranza che raccoglie firme contro la maggioranza

Dopo aver aperto il fronte sulla plastic tax, Italia Viva si mobilita contro la nuova tassa sulle auto aziendali prevista dalla manovra economica. Il sito della forza politica fondata da Matteo Renzi ospita la raccolta firme a sostegno di una petizione contro il giro di vite fiscale, un balzello che “colpirebbe indiscriminatamente quasi 2 milioni di persone che usano l’auto per lavorare”.

“Le auto aziendali ad uso promiscuo – ricorda il post – sono quelle che tanti lavoratori usano ogni giorno per svolgere le loro attività lavorative e, solo in piccola parte, nel tempo libero. Oggi, per calcolare le imposte sui redditi di questi lavoratori si tiene conto di quelle auto in misura pari al 30% del valore convenzionale del noleggio, ma con una norma contenuta nella proposta di legge di bilancio la percentuale arriverebbe fino al 60% con emissioni di biossido di carbonio fino a 160 grammi per chilometro e al 100% in caso di emissioni superiori”. Quindi “noi riteniamo che in Parlamento questo aumento vada cancellato perché non fa bene a nessuno: lavoratori, imprese, ambiente e crescita economica”.

Secondo la petizione sposata da Italia Viva “La norma poi incentiverebbe l’uso di veicoli privati a fronte di rimborsi chilometrici da parte delle aziende. Questo non solo aggraverebbe i costi amministrativi per le imprese, ma in realtà rallenterebbe proprio il processo di transizione ecologica che la previsione sembra voler promuovere. Le aziende, infatti, cambiano molto più spesso dei privati il loro parco macchine (con una rotazione di 36-48 mesi), quindi motori e tecnologie nuove e sempre meno inquinanti”.

“Infine, in Italia, il mercato delle auto aziendali – si ricorda – occupa il 40% delle nuove immatricolazioni. In un momento di crisi dell’automotive non possiamo approvare una norma che colpirebbe un settore così importante per la crescita dell’economia italiana”. Per la petizione “Insomma, una previsione che vogliamo sia cambiata dal Parlamento”. AGI.IT

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