Umbria, candidatura Bianconi: grillini disperati, ma muti

Anche Vincenzo Bianconi ha il pilota automatico. Il candidato ibrido di Pd e Cinquestelle in Umbria ha imparato subito la lezione e si è messo a parlare di macchina del fango. Ovvero, la stessa musica che intona ogni inquisito della politica. Persino uno sostenuto dai grillini in un’alleanza orrenda.

In Umbria, dopo lo sconquasso della sanità che ha decimato la regione e determinato le elezioni anticipate, la coalizione dei disperati sperava di aver trovato il candidato giusto. Ma Bianconi ha intascato troppi quattrini per la ricostruzione, gare, appalti vari. E non smentisce. Parla solo, appunto, di “macchina del fango”, perché un giornale del territorio, il “Corriere dell’Umbria”, ha sparato la notizia dell’80% dei finanziamenti arrivati a Norcia finiti nelle sue saccocce.

Non se ne deve parlare? Non bisogna saperlo? E perché non lo ha reso noto lui quando ha accettato la candidatura?

Le mani in pasta di Bianconi – – Probabilmente avremo più notizie nei prossimi giorni. Certo è che qualcuno deve spiegare politicamente che cosa succede adesso. Perché un candidato che ha le mani in pasta in maniera così evidente, che garanzie può offrire all’elettorato dopo tutto quello che è accaduto nel recente passato della regione Umbria?

I Cinquestelle sembrano attoniti, mentre il Pd – più avvezzo, diciamo, alla moltitudine di inquisiti – arriva a parlare di barbarie. Del resto, che possono fare, combinati come stanno…. Ma i grillini qualche spiegazione dovrebbero da una parte pretenderla dal candidato e dall’altra offrirla alla pubblica opinione. Perché se fosse capitato ad un loro avversario politico quel che è successo a Bianconi con quella montagna di soldi, poco meno di dieci milioni di euro, lo avrebbero impiccato. Hotel ristrutturati, mense, trasporti scolastici: nulla da dire?

Dice Bianconi, pover’uomo: queste notizie escono perché “sono terrorizzati dalla mia candidatura”. In effetti, c’è da esserlo se non si comprende il turbamento che proprio notizie del genere provocano. Sono i soldi del terremoto. Non è esattamente qualcosa che ti riempie di gioia. E così vorrebbe fare il presidente della regione, costui?

E allora togliamo le tv a Berlusconi, gridano i grillini – – Una grillina che lo difende c’è, nel Lazio. La solita Roberta Lombardi, che ormai ama il Pd e non vuole affatto rompere. “Conflitto d’interesse?”, dice, e allora “togliamo le tv a Berlusconi”. Come boutade da comizio può essere anche buona, ma non spiega affatto che cosa è successo. Il suo collega Barillari chiede invece “come e perché è stata scelta questa persona come candidato”. Ed è già più dignitoso.

Nel fine settimana i pentastellati si vedranno a Napoli, per celebrare il decennale. Diciamo che dall’Umbria arriveranno pochi pasticcini, perché il casino c’è tutto. Poi, con le defezioni annunciate di Paragone, Giulia Grillo, Barbara Lezzi e di Di Battista (pare per gravi motivi) ci sarà poco da esaltarsi.

Ora c’è la grana umbra. Il silenzio generale che avvolge questa vicenda da parte dei vertici del movimento che gridava onestà è significativo. Prevale un senso di vergogna? Non ci si capacita dell’errore? Si rimugina sull’alleanza col partito degli inquisiti, il Pd? Adesso tocca ai pentastellati dover riflettere. E magari fare un po’ di autocritica su tante cattiverie pronunciate quando erano diversi da oggi.

Francesco Storace

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