Trenta: ‘su generale Riccò procedura di accertamento dei fatti, non inchiesta’

Il ministro Trenta commenta la notizia del generale che sarebbe indagato per aver abbandonato le celebrazioni del 25 aprile dopo gli insulti alle Forze dell’Ordine. “Pensavo che non fosse necessario intervenire in merito alla vicenda del 25 aprile a Viterbo, tuttavia visto che qualcuno oggi cerca di strumentalizzare una notizia uscita e non esatta, credo sia giusto dire cosa io penso di quanto accaduto.
Conosco il Gen. Ricco’ e lo stimo professionalmente; non conosco invece l’oratore, ovvero il presidente dell’Anpi locale Roberto Mezzetti, ma personalmente credo che entrambi abbiano adottato comportamenti non adeguati al contesto delle celebrazioni.”, scrive il ministro su Facebook.

“I militari dovrebbero rimanere sempre al di fuori delle dispute di natura politica, non essere oggetto di strumentalizzazioni e costituire garanzia per le libere e democratiche espressioni di idee e opinioni.
Al contempo, questo non significa che io approvi quello che è stato dichiarato dal presidente Mezzetti. Ritengo che durante una festa nazionale, come quelle del 25 Aprile, le parole più opportune debbano essere di unione e non divisione. Si possono riportare dati e numeri, anche certificati, c’è però una questione di opportunità che non può passare in secondo piano e laddove la si ignori, il rischio è veicolare una strumentalizzazione che in alcuni casi, proprio com’ è accaduto a Viterbo, rischia di apparire un’offesa e di infrangere il sentimento patriottico che io stessa custodisco con orgoglio.”

E ancora “I nostri militari rischiano il sacrificio della propria vita ogni giorno per garantire la nostra sicurezza, in Italia e all’estero. E lo hanno fatto e continuano a farlo anche in Afghanistan. Questa è una consapevolezza che deve avere ognuno di noi. Io sono fiera di loro!

Per ultimo, come abbiamo già spiegato stamani, dalla Difesa non è stata aperta alcuna inchiesta, ma come previsto dalla legge, le autorità militari competenti dovranno avviare una procedura di accertamento dei fatti. Si tratta di un provvedimento che l’amministrazione adotta, a garanzia di eventuale personale militare interessato e a tutela della stessa immagine delle Forze Armate.
Questo è quanto.”

E poi conclude: “Viva le Forze Armate e viva l’Italia!”

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