Italiano sgozzato a Torino, perizia su nigeriano “Paranoie aggravate dall’essere profugo”

Khalid De Greata, 27 anni, migrante nigeriano, sarebbe seminfermo di mente e il suo disturbo paranoide di base sarebbe stato amplificato dalle vicissitudini legate al suo vissuto di profugo.

Come scrive la Repubblica, sono queste le conclusioni della seconda perizia psichiatrica effettuata sul giovane che il 15 ottobre 2017 ha ucciso Maurizio Gugliotta, 51 anni, di Settimo Torinese, accoltellato senza motivo apparente mentre faceva un giro al mercato di libero scambio del Barattolo assieme a un amico, rimasto ferito.

La perizia, affidata dal gip Stefano Vitelli al consulente genovese Gabriele Rocca, è arrivata alla conclusione che l’imputato, nonostante la seminfermità mentale, ha la capacità di stare in giudizio. Ma sono molti i passaggi in cui si evidenzia come il passato dell’assassino abbia giocato un ruolo in questa vicenda, dalle vicende traumatiche vissute in Nigeria e poi in Libia, ma anche durante il viaggio in barcone per raggiungere l‘Italia. E anche qui il suo disturbo sarebbe cresciuto, alimentato dalla difficoltà di adattarsi alla vita di rifugiato, dall’isolamento e dalla scarsità di relazioni.

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