Oggi ricorrono 15 anni dalla strage di Nassiriya

un soldato si aggiusta l’elmetto, davanti alla base sventrata:
è lo scatto simbolo della strage di Nassiriya realizzato
dalla fotoreporter Anya Niedringhaus, premio Pulitzer 2005

di Bruno Zoppi – – In ricordo di Nassiriya

Ore 10.40 del 12 novembre 2003, siamo in Iraq,un camion cisterna carico di esplosivo guidati da 2 pazzi fanatici (non kamikase, come erroneamente vengono chiamati ) scoppia davanti alla base militare ”Maestrale “.

L’attentato fa 28 morti, dei quali 19 sono Italiani.

Il contingente Italiano ”Antica Babilonia” non e’ in Iraq per opprimere, guerreggiare o uccidere, e’ impegnato in operazioni di Peacekeeping. Questo termine significa ricostruzione, mantenimento dell’ordine pubblico, addestramento della nuova Polizia Irachena, quindi aiuto alla popolazione.

In questa tragedia spicca il nome del Carabiniere Andrea Filippa che, in turno di guardia al’ingresso della base ” Maestrale ”, riusci ad uccidere i 2 attentatori. Tale gesto fece sì che il camion esplodesse davanti al cancello di entrata e non all’interno della base, cosa che avrebbe causato una strage inenarrabile.

Nell’attentato rimase coinvolta anche la troupe del regista Stefano Rolla, che si trovava sul luogo per realizzare uno sceneggiato sulla ricostruzione di Nassirya da parte dei soldati Italiani.

Furono coinvolti anche i militari Italiani di scorta alla troupe che si erano fermati per una sosta logistica.

Viene spontaneo farsi una domanda che probabilmente non piacera’ a molti, ma che la mia onesta’ intellettuale mi impone di farmi: E’ giusto versare il proprio sangue in certi luoghi, con certe popolazioni, in certe situazioni ? Io dico no, ma resta un mio pensiero, non ho la verita’, non sono il verbo di Dio, faccio solo una riflessione.

Oggi e’ il giorno del ricordo e vorrei che tutti pregassero e rivolgessero un pensiero a quei ragazzi che sono morti mentre, con il loro impegno, cercavano di costruire un mondo migliore.

Grazie ragazzi

Onore a Voi

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