4 novembre 2018: deve vincere la Sovranità Nazionale

di Francesco Storace

L’Italia a testa alta. La sconfitta dello straniero. La Patria e i suoi confini.

1918, Quattro novembre. A cent’anni dalla Vittoria lo Stato se ne ricorderà con qualche messaggio istituzionale e poi calerà il sipario. I centomila Caduti di Redipuglia si commemorano con una preghiera e ci rivediamo l’anno successivo.

E chissà a scuola che cosa si insegna.

Una Storia da raccontare, invece. Ma chi doveva non lo ha fatto. Eppure è gloria della Nazione.

Gli stessi partiti hanno fatto un po’ d’ammuina; l’unica a credere nel dovere del Ricordo, ma anche nella mobilitazione, è stata Giorgia Meloni, che non ha caso ha promosso per oggi una serie di manifestazioni dal titolo “Non passa lo straniero”.

A Roma, alle 11,45, Fratelli d’Italia si ritroverà con la sua leader in via Bergamini, davanti alla sede di Autostrade per l’Italia. Sovranità e infrastrutture strategiche per l’Italia. Il nuovo nemico, lo straniero di oggi, è chi ci nega diritti. Il movimento guidato da Giorgia Meloni sara’ impegnato, da Nord a Sud, su tutto il territorio in manifestazioni davanti ad alcuni luoghi simbolo “per difendere la sovranita’ nazionale dai nuovi ‘nemici’ dell’Italia: lo strapotere della burocrazia Ue, la finanza speculativa e le agenzie di rating, la mafia cinese e nigeriana, l’islamizzazione e l’immigrazione incontrollata, le multinazionali straniere che acquistano le aziende nazionali, l’invasione di prodotti agroalimentari esteri che danneggiano il Made in Italy.

Su questi temi si svilupperanno iniziative in tutta Italia.

Al porto di Bari a tutela dei prodotti agricoli nazionali, che scontano l’invasione da oltreconfine.

Davanti alla sede di un cooperativa di Biella, che sfrutta il lavoro gratuito degli immigrati che ospita nei suoi centri di accoglienza.

A Brescia, dove viveva la povera Hina, la ragazza pakistana assassinata dal padre per i suoi comportamenti “occidentali”.

A Frosinone, contro la vendita della Magneti Marelli allo straniero, una multinazionale giapponese.

A Macerata, per chiuderne simbolicamente il centro storico alle mafie d’importazione, in particolare quella nigeriana e in generale alla criminalità che ci invade da fuori.

A Milano, contro Moody’s, per contestarne le ingerenze sulle politiche sovrane degli Stati.

A Napoli, al Vomero, a tutela delle botteghe storiche dal dilagare delle attività cinesi.

A Prato, con il tricolore, anche li’ in una vera e propria enclave cinese, a Montemurlo, dove proliferano illegalità e falso Made in Italy.

A Ragusa, davanti al porto di Pozzallo. Qui entra grano straniero e recentemente sono state sequestrate ben cinquemila tonnellate di grano kazako piene di muffa.

E ancora a Terni, contro la svendita delle acciaierie, e nel sud della Sardegna, per contrastare l’importazione di carni dall’estero. E in cento altri comuni con analoghe situazioni.

Si’, la Patria è ancora in pericolo, ma ci sono troppi che fingono di non accorgersene.

C’è bisogno di tornare a rialzare una bandiera tricolore nel nome dell’Italia, stanca di subire un’invasione che umilia i nostri connazionali.

Anche qui si gioca la sfida della sovranità.

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