“Dall’omosessualità si può guarire”, dottoressa De Mari a processo

Il Torino Gay Pride ha presentato un esposto contro di lei, accusandola di aver offeso con le sue teorie scientifiche e le sue dichiarazioni sul mondo omosessuale l’intero e variegato universo arcobaleno: e così oggi la dottoressa De Mari – ex medico ospedaliero, oggi psicoterapeuta – è finita alla sbarra a Torino: e ora deve difendersi…

Ha sostenuto che dall’omosessualità si può guarire

Proprio così: la dottoressa e psicoterapeuta – che è anche autrice di libri fantasy – Silvana De Mari è a processo: all’indice la sua teoria di una omosessualità intesa come malattia che l’avrebbe anche portata a dire che, «se gli uomini continueranno ad avere rapporti con altri uomini assisteremo a una catastrofe mondiale». Includendo nel suo allarme sociale anche la paura per un rischio sanitario in corso che – sostiene la specialista e riporta in queste ore un servizio de il Giornale.it – alimenta una sua «gravissima preoccupazione riguardo soprattutto la situazione sanitaria – ha detto l’imputata rispondendo alle domande del pm – i casi di Aids, gonorrea, sifilide sono in aumento. Se gli uomini continueranno ad avere rapporti sessuali con altri uomini assisteremo a una catastrofe mondiale».

Come scrive il secoloditalia.it, a sostegno delle sue convizioni e della matrice prettamente fiosicologica che le spiega e le giustifica, proprio oggi al pm la De Mari ha sottolineato che, invece, il sesso praticato da donne omosessuali non procurerebbe alcun danno a differenza del sesso anale tra uomini «che moltiplica per nove il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili».

«La sessualità è tra uomo e donna ed è finalizzata alla procreazione»

Ma, aggiunge sempre in aula nella spiegazione della sua teoria medico-sociale l’imputata, «per la mia esperienza personale l’omosessualità è una situazione da cui si può comunque uscire, è possibile guarire». Una teoria forte, espressa a chiare lettere che hanno fatto risentire la comunità omosessuale che l’ha portata oggi in aula a rispondere di quelle teorie giudicate offensive; un’accusa a fronte della quale la 65enne dottoressa De Mari, accusata di diffamazione, in aula ha replicato: «Ma non si può ingiuriare dicendo la verità».

Nei mesi scorsi il gup Paola Boemio aveva respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Enrico Arnaldi Di Balme, disponendo il rinvio a giudizio: così oggi, al processo al suo avvio, si sono presentati costituiti parti civile il Comune di Torino, il Coordinamento Torino Pride e la Rete Lenford. Una platea risentita a cui, come riferito da il Giornale sopra citato, «la dottoressa ha spiegato che “il tubo digerente serve per digerire, mentre il sesso anale provoca danni e questo in biologia significa disordine”. E ancora: “La sessualità è tra uomo e donna ed è finalizzata alla procreazione. Quando non è così si tratta di un disturbo». E la sensazione è che abbia persino potuto aggravare la sua posizione…

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