Sisma in Centro Italia: indagini anche sugli sms solidali

Nuove indagini sul terremoto che due anni fa ha colpito il centro Italia. Dopo le indagini sui subappalti delle casette, gli inquirenti hanno aperto il capitolo sms solidali ed edilizia privata destinata ai terremotati

di Antonio Amorosi

A luglio la Distrettuale antimafia è piombata sul terremoto del 2016, mettendo sotto la lente i vertici della Protezione civile Marche. Gli inquirenti ipotizzano irregolarità nei subappalti per la realizzazione delle casette abitative di emergenza (1900 moduli – Sae, ancora oggi, a distanza di due anni dal sisma, in fase di ultimazione nelle consegne). Ma in questi giorni hanno preso forma altre inchieste, per il momento ancora in fase istruttoria. I fascicoli fanno capo alla procura di Ancona e potrebbe allargare il capitolo indagini sul sisma nel centro Italia.

Il 19 luglio, su mandato della procura di Ancona, le Fiamme gialle del comando provinciale si erano presentate al Palazzo della Regione Marche (palazzo Rossini), e precisamente all’ufficio servizio Protezione civile, portando via il computer e i documenti di un dirigente e di tre funzionari. Dopo la notizia il capo della Protezione civile regionale, David Piccinini, indagato per i subappalti delle casette, ha prima presentato le dimissioni e poi le ha ritirate, in seguito ad un confronto con il governatore, il “dem” Luca Ceriscioli. Il presidente delle Marche ha espresso la massima fiducia alla magistratura, ma ha anche confermato quella nei confronti del dirigente a cui ha chiesto di tornare sui suoi passi, visto che l’amministrazione locale sta rispondendo ad “un’emergenza senza precedenti nella sua storia”.

Le nuove indagini riguarderebbero invece almeno due capitoli essenziali della ricostruzione. Il primo è sugli sms solidali che, attraverso il numero 45500 e il conto corrente dedicato all’emergenza, gli italiani hanno inviato ai terremotati. Gli inquirenti vogliono capire se il denaro è stato sempre destinato a strutture realmente colpite dal sisma. A settembre del 2017 erano stati resi noti i progetti che avrebbero beneficiato delle donazioni ed alcune opere avevano destano scalpore tra gli abitanti. In pratica si sarebbero usate risorse donate dagli italiani per sistemare opere che hanno sì bisogno di ristrutturazione ma non prioritarie nella ricostruzione. Tra questi una grotta sudatoria ad Acquasanta Terme (Ascoli Piceno), a cui sono stati destinati tre milioni di euro, tra le cifre più alte dedicate a una singola opera. Inizialmente l’intervento era in attesa di approfondimenti istruttori ma che lo scorso 12 giugno ha ricevuto l’ok: le ricorse sono state definitivamente sbloccate per l’intervento sulla grotta. Sul tema anche la Corte dei Conti Marche aveva espresso perplessità, in considerazione della necessità di ulteriori risorse per il finanziamento dell’opera pari a oltre 400 mila euro.

Il secondo capitolo riguarda invece l’edilizia invenduta. A febbraio del 2017 la Regione Marche aveva dato il via urgente ad una serie di manifestazione di interesse per acquistare da privati abitazioni da destinare ai terremotati finiti senza alloggio. Gli inquirenti, dopo alcune denunce, avrebbero messo il naso proprio nei bandi, per capire se vi siano anomalie sul sistema di gestione e sulle acquisizioni in via di ultimazione.

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