“Chi fa violenza a un disabile deve finire in galera e dovete buttare la chiave”

di Francesco Storace

Vorrei una riunione: protagonisti, Lorenzo Fontana, ministro alle disabilità; Matteo Salvini, ministro dell’interno; Alfonso Bonafede, ministro della giustizia.

E rivolgerei loro una preghiera, chiederei una promessa: chi fa violenza ad un disabile non può restare in circolazione, dovete buttare la chiave della cella, è gente immonda.

Perché quello che abbiamo appreso ieri da Alessandria è qualcosa di indecente. Indegno di un paese civile.

Povera quella donna, cercata da anni dalla sua famiglia, mentre stava come in un tugurio. Disabile, con seri problemi di comprensione, cercava l’amore su internet, nelle chat della speranza a vuoto. A farsi vivo un mascalzone di 37 anni, di cui incomprensibilmente sappiamo solo che è di Cremona, non c’è un nome e un cognome da conoscere.

L’ha circuita, corteggiata, fregata. Le ha rubato la fiducia e la pensione, con un conto corrente cointestato. E l’ha chiusa in casa per anni, con due cani nel letto ed escrementi sparsi ovunque. Eppure lei era innamorata. Gli inviava cuoricini in chat, in fondo a 48 anni sognava, con la sua mente inquieta, di vivere un sentimento. Non poteva sapere di aver incontrato un delinquente, uno spregiudicato, un animale. Le bestie non erano i cani, ma lui, il “fidanzato”. Che ha approfittato anche delle difficoltà di deambulazione della donna catturata su internet.

A quella donna il governo dovrebbe intestare un “decreto dignità” nuovo di zecca. Con la galera per il suo aguzzino.

Una disabile va amata per davvero, non sfruttata. Eppure, il mascalzone della chat fin dal 2011 si è messo alle sue calcagna, le ha scritto parole dolci, l’ha incantata, mentre viveva con la propria compagna: chissà se almeno lei lo punirà. Tutto per ottocento euro al mese di quella pensione di invalidità. In cambio, due volte al giorno a portarle da mangiare. A lei, segregata in casa.

Sequestro di persona, circonvenzione di incapace, abbandono di persona incapace: con queste accuse, perché quel relitto di uomo sta in circolazione? Perché è indagato e non sbattuto nella peggiore cella del Paese? È italiano, potremmo dire per fortuna, così nessuno potrà parlare di razzismo. Ma uno così non può restare in libertà.

Quella donna ha rischiato seriamente di morire, viste le sue condizioni fisiche. Lui l’ha usata, umiliata e derubata. Che cos’altro deve succedere per vedere rispettata la dignità di una persona disabile, che non ha certo scelto di esserlo?

E poi, indignazione anche per i troppi silenzi sull’accaduto. Un po’ di tamburi sui social, ma chi doveva parlare ha taciuto. Parlamentari, assessori, regione, comune, possibile che nessuno abbia provato rabbia per questa storia bastarda?

Chiediamo solo che qualcuno “importante” garantisca al nostro popolo che il brutto fatto di Alessandria non finira’ a taralluci e vino. La donna maltrattata finalmente riabbraccerà la famiglia che la cercava da anni; ma lui deve finire in prigione.

E punito come è stabilito dalla legge del carcere.

Perché non merita altro, uno così.

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