“Pacchi di alimenti gettati nella spazzatura davanti al centro di accoglienza”

Via Agordat e parco della Martesana, un caso noto di integrazione difficile, a due passi da via Padova, un quartiere polveriera per le vecchie e nuove tensioni sociali.

Adesso si aggiungono altre proteste e un piccolo giallo, denunciato dal vicepresidente del Municipio 2 Marzio Nava (Forza Italia), sulla base anche delle ripetute segnalazioni dei residenti: interi pacchi di generi alimentati finirebbero nei cassonetti, senza spiegazioni plausibili.

La struttura di via Agordat è gestita da Fondazione Progetto Arca.

Il quartiere viene descritto come una polveriera sociale dagli esponenti del centrodestra, che da 2 anni guida il Municipio. Anche da Nava: «Al parco Martesana – dice – ci sono molti problemi di convivenza soprattutto il fine settimana quando viene invaso da cittadini sudamericani, che molto spesso, incuranti del rispetto del regolamento comunale del verde e del vivere civile contribuiscono al degrado del parco, con fuochi accesi in libertà e con la circolazione di fiumi di alcol». Nelle residenze limitrofe al parco, soprattutto nei mesi estivi, non si riesce a chiudere occhio. Nava raccoglie le lamentele dei residenti anche a proposito di strani movimenti che coinvolgono le ragazze del centro. «Secondo decine di testimonianze si concederebbero in pieno giorno, non solo a conoscenti, sembra configurarsi un rapporto di prostituzione». Il vicepresidente della Zona parla poi del «costante e dilagante spaccio di droga nell’area antistante a via Zanardini».

«A tutto questo – attacca – si aggiunge, come è avvenuto lunedì, che siano stati gettati al macero interi vassoi e pacchi di alimentari (carne, latticini e altro) – ritrovati nei cassonetti davanti. Tutto ciò costituisce un grave affronto al decoro e al buon senso visto che gettare il cibo non può essere considerato un gesto di rispetto nei confronti della collettività». «È chiaro – aggiunge – che qualcuno si debba interrogare se questo modello di solidarietà sia rispettoso di tutti e soddisfi efficacemente il bisogno senza instaurare disparità e conflitti tra persone che francamente si potrebbero evitare e di cui ne potremmo fare a meno». «L’accoglienza concepita in questo modo – prosegue Nava – non porta da nessuna parte se non ad esacerbare gli animi ed alimentare ingiustificati sentimenti di intolleranza. Ciò che abbiamo visto è un oltraggio al bisogno, alla buona e autentica solidarietà, al buon gusto e al rispetto di tutti e qualcuno dovrebbe spiegarci come si possa concepire e tollerare ancora tutto questo in una città dal cor in man come Milano. Tutto ciò lascia sbigottiti e mette a dura prova la pazienza già oggi a livello di guardia».

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