Roma: la portiera non si apre, autista Atac aggredita da un migrante

Roma Corcolle: autista Atac aggredita da passeggero sul bus 508, ferita 45enne

Ancora una aggressione a bordo di un bus Atac e sempre a danno del conducente del mezzo pubblico. Vittima una autista di 45 anni, in quel momento alla guida dell’autobus della linea 508. Le violenze nella zona di Giardini di Corcolle, quando l’unico passeggero che si trovava a bordo del mezzo che collega la stazione di Ponte Mammolo con il quartiere della periferia est della Capitale ha chiesto alla conducente di aprire le porte posteriori per scendere alla fermata di via Polense/Fermignano. Impossibilitata ad aprire la portiera, forse a causa di un malfunzionamento, l’utente ha però dato in escandescenza insultando la 45enne, poi presa con forza per un braccio e strattonata. Quindi la fuga, dalla porta anteriore del 508.

Sotto choc, la 45enne alla guida del bus ha ripreso la sua corsa ed è arrivata sino al capolinea, a piazza Mondavio. Ferma ai Giardini di Corcolle ha quindi allertato il 112 con l’arrivo sul posto dell’ambulanza e dei carabinieri della stazione Roma San Vittorino. Affidata alle cure del 118 è stata portata all’ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli dove è stata refertata con 10 giorni di prognosi per un “trauma contusivo al braccio destro”.

Medicata dal personale medico del nosocomio di Tivoli, la 45enna ha denunciato l’accaduto ai carabinieri che indagano sull’accaduto. Secondo quanto riferito l’aggressore era un uomo africano. Sul caso indagano i militari della Compagnia di Tivoli.

L’aggressione alla conducente del bus 508 ha trovato la denuncia sui social di Micaela Quintavalle, leader del sindacato Cambia-Menti: “E poi arrivano quelle notizie che non vorresti mai ascoltare. Quelle notizie che arrivano in piena notte e che è una tua amica poliziotta a raccontare. Perché anche lei come la mal capitata è madre di 4 figli. È accaduto (…) al capolinea del 508. A mondavio. Sembra che il bus non passasse da due ore. La collega fa i bussolotti come me. Come noi. Come tanti di noi. Io per motivi di studio. Lei per prendersi cura della sua famiglia. È stata aggredita”.

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