L’ultimo ricatto della UE: riforme strutturali o niente fondi

Gli Stati europei dovranno usare una parte “appropriata” delle risorse del nuovo Fondo sociale europeo (Fse+) per attuare le riforme strutturali indicate dalla Commissione Ue ogni anno a maggio nelle ‘raccomandazioni specifiche’ ai Governi. Altrimenti Bruxelles potrebbe sospendergli del tutto l’accesso al fondo. E’ quanto propone la Commissione Ue in un regolamento del bilancio 2021-2027, che vuole per il Fse+ una dotazione da 101,2 miliardi di euro.

La Commissione europea vuole “stabilire un legame tra l’assegnazione dei fondi strutturali europei e le priorità Ue“, ha spiegato il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. In particolare, il legame da ora sarà “con le raccomandazioni specifiche (Csr) e le riforme del ‘Semestre europeo'”, cioè l’esercizio annuale di monitoraggio dei conti pubblici e delle economie dei 27 Stati Ue. “Quando programmano i fondi Ue, gli Stati membri dovranno prendere in considerazione le raccomandazioni contenute nelle Csr. Se a Bruxelles vediamo che gli Stati, nei loro programmi, non prevedono una assegnazione sufficiente di fondi sulle riforme raccomandate, la Commissione può proporre una riallocazione dei fondi e, solo in casi estremi, sospendere l’erogazione”, ha detto Dombrovskis.

In questo modo, ha spiegato la commissaria alle politiche sociali Marianne Thyssen, “la programmazione dei fondi Ue avrà come punto di partenza le raccomandazioni e altre sfide politiche chiave” per la Ue. Ci sarà una verifica della spesa a metà programmazione per vedere come gli Stati hanno usato i fondi e “a che punto siamo” con le riforme. “E vediamo quanti soldi sono stati spesi sulle riforme indicate nelle raccomandazioni”, ha aggiunto Thyssen. Ribadendo che “solo in casi estremi si sospenderanno i fondi“. “Quello che facciamo è incoraggiare a spendere i fondi per le cose giuste, e tutto sarà fatto in dialogo con gli Stati”, ha concluso.

ANSA Europa

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