Crescita dello spread determinata da governo Lega-M5s? E’ una bufala!

di Antonio Amorosi

Su tutti i principali siti e giornali italiani on line torna il tormentone dello spread. Chi non ricorda l’impennata del differenziale Btp-Bund che nel 2011 portò alle dimissione del governo Berlusconi e la discesa in campo di Mario Monti!? Con la stagione lacrime e sangue che subentrò!?

Lo spread Btp-Bund indica il differenziale (cioè la differenza) tra il rendimento dei buoni del tesoro di un Paese, in questo caso i buoni del tesoro italiani (i titoli di Stato italiani o Btp) con gli omologhi tedeschi (i Bund). Per convenzione ogni Paese europeo usa questo differenziale.

Il leitmotive di molti giornali oggi era questo: La continua trattativa tra M5S e Lega per formare il governo indispettisce i mercati finanziari alimentando l’incertezza e i nostri impegni verso l’Europa, viste anche le rivelazioni fatta ieri del giornale Huffington Post sull’accordo della maggioranza giallo-verde (come è stata denominata l’alleanza Lega-M5S) che non vorrebbe rispettare gli impegni presi con l’Europa. Apriti cielo: Piazza Affari è maglia nera in Europa a -1,5%, lo spread sale di oltre 10 punti a quota 142, poi sale ancora con punte…. M5S e Lega sono forze irresponsabili. La cancellazione del debito pubblico chiesta nell’accordo giallo-verde mette a rischio banche e famiglie italiane, eccetera, eccetera.

Ma lo spread oggi è cresciuto in tutti i Paesi europei e non sembra possa essere il duo Di Maio Salvini a condizionarlo in Spagna (+11,50%), Finlandia (+10,78%) o Francia (+ 7,27%) come in tanti altri.

Basta guardare la scheda fotografata anche alle 17:27 di oggi (ieri, ndr).

Non hanno tutti i torti Di Maio e Salvini quando affermano: “Giochini della finanza”, Salvini; e “paura dagli eurocrati”, Di Maio.

Per fortuna il quotidiano Il Sole 24 Ore permette di seguire l’andamento giornaliero dello spread con una pagina on line. Da qui è facilmente comprensibile, anche ai meno avvezzi di economia, che la crescita dello spread è avvenuta quasi in ogni Paese e che siano altri i motivi dello spostamento di oggi, dovuto a fattori più rilevanti come ad esempio l’aumento del costo del denaro negli Stati Uniti e i picchi fatti registrati dal costo degli idrocarburi (la benzina).

Ma in economia, al di là delle manipolazioni degli speculatori e delle agenzie di rating, dei giornali e delle parti avverse che usano questa leva per mostrare come il governo del momento in Italia sia più o meno responsabile, non è lo spread che conta. Il suo salire o scendere può determinare situazione differenti, positive o negative, a secondo del caso e dei processi in essere. Le valutazioni e gli andamenti restano complessi.

Non è tanto lo spread a testimoniare la salute di determinati titoli, quanto piuttosto il loro tasso di interesse.

affaritaliani.it/economia

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