Il sindaco di Bologna registra all’anagrafe il “figlio di due madri”

Mentre sempre più sindaci prendono le distanze dai gay pride e movimenti LGBT, Virginio Merola ha iscritto all’anagrafe cittadina il “figlio di due madri”.
Il gesto di violenza giuridica è accaduto proprio mentre la Patrona della Città – la Madonna di San Luca – era discesa dal suo colle per venire venerata in Cattedrale, a pochi passi dal Comune.

Fortissima l’opposizione di Forza Italia e Fratelli d’Italia:
Il deputato Galeazzo Bignami (FI): «Prima del diritto di avere dei figli, resta il dovere di non utilizzare i bambini, che hanno anche loro il diritto di avere un padre e una madre».

Il deputato Ylenia Lucaselli (FdI): «Siamo di fronte a una deriva pericolosa, i sindaci si arrogano il diritto di scavalcare il potere legislativo per imporre, in un’azione ideologica e propagandistica, un nuovo modello di famiglia».
Il consigliere comunale Marco Lisei (FI): «Merola ha deciso di sfidare in maniera provocatoria la legge, ora invochiamo un intervento prefettizio per ristabilire la legalità».

Il nuovo attacco alla civiltà giuridica occidentale e cristiana è confermato dalle parole dello stesso sindaco: «Sono sempre stato convinto che allargare i diritti serva per tutti».
La strategia è sempre la stessa:
– prima si invocano diritti per presunte minoranze oppresse,
– poi si legifera per parificarli agli istituti naturali,
– infine si passa alla proibizione di opporsi a situazioni contro natura.
Conferma Merola: «è più chiara l’urgenza di aumentare i diritti».

Mentre sempre più sindaci (anche di sinistra) han capito che sostenere il movimento LGBT fa perdere voti, Bologna è sempre più la roccaforte del “gender diktat”.

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