La favola della senegalese non assunta “perché nera”

di Tiscali

La donna ha dichiarato: “Mi hanno chiesto la documentazione per stipulare il contratto. Poi mi hanno detto che non si poteva fare e non per questioni lavorative, ma per il colore della mia pelle che, a loro dire, avrebbe infastidito alcuni anziani”.

Ma il vescovo di Senigallia, mons. Franco Manenti, smentisce la riscostruzione dei fatti di Fatima Sy. “La vicenda che ha portato alla ribalta della cronaca nazionale Senigallia per un presunto caso di discriminazione razziale è del tutto priva di fondamento. E’ certo che, come è stato riconosciuto da più parti, si è trattato di un equivoco”. “Il disagio vissuto dalla signora Fatima, per cui mi dispiaccio – conclude mons. Manenti -, conferma la necessità di un impegno per l’integrazione e la serena convivenza di cui la comunità cristiana è consapevole e per le quali continua ad operare”.

“Non possiamo essere accusati di razzismo”

Sulla vicenda è intervenuta anche Paola Fabri, presidente della Cooperativa Progetto Solidarietà. “Non avevamo promesso alcun contratto – ha spiegato Fabri -. Non avendo la qualifica di operatrice socio-sanitaria e non avendo mai lavorato con noi, era stata solo affiancata al personale per vedere se era idonea a svolgere determinate mansioni all’interno della casa di riposo”.

“Saputo dei commenti abbiamo pensato che quell’ambiente non fosse l’ideale per lei – ha aggiunto -. Avremmo provato altre soluzioni in base alle esigenze della cooperativa e delle realtà con cui collaboriamo. Siamo stati secondo noi prudenti nei suoi confronti – ha detto ancora Paola Fabri – ma da qui a dire che gli anziani ospiti della struttura sono razzisti ce ne passa, così come non possiamo essere accusati noi. Quasi il 20% dei nostri collaboratori è di origine straniera: avremmo preferito che per qualsiasi dubbio ci avesse chiamato, ma non ci ha mai contattato, ora vedremo”.

Dopo le ingiustificate accuse di razzismo, la vicenda è stata subito strumentalizzata politicamente dal PD.

Fatima Sy ha trovato il sostegno e un’offerta di lavoro da parte di Massimo Mattei, imprenditore di Firenze impegnato nel settore dell’assistenza agli anziani ma anche ex assessore comunale nella giunta di Matteo Renzi quando era sindaco. “Se vorrà venire a Firenze sarò ben lieto di prenderla con me a lavorare. E fin da ora mi metto in contatto con la prefettura di Ancona per dare a lei un’opportunità. Al razzismo si dice no. Sempre”, ha scritto su Facebook Mattei. “Che un anziano -, aggiunge Mattei – possa offendere un’operatrice non mi stupisce. Capita. Che un’azienda si pieghi al razzismo sì, mi stupisce e mi indigna. Mi fa anche rabbia e schifo”.

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