Trony, crisi senza paragoni: ipotesi fallimento, 800 lavoratori a rischio

Negozi semivuoti e dipendenti pagati con il 20% di stipendio. Su Trony, notissima catena che si occupa della vendita di elettrodomestici, incombe uno spettro non da poco: l’ipotesi fallimento.

Ormai è da dicembre 2017 che i lavoratori del gruppo Trony si recano al lavoro nonostante percepiscano una piccola parte dello stipendio che spetterebbe loro, pari al 20%, a cui va aggiunta la scarsità di clientela, dovuta alla carenza di prodotti nei punti vendita. Una situazione che ha contribuito ad accrescere l’ansia dei circa 800 dipendenti divisi negli oltre 40 punti vendita sparsi in tutta Italia. Sembra essere arrivata così all’apice la crisi di Trony, causata probabilmente da qualche scelta manageriale inadeguata e dalla spietata concorrenza dell’e-commerce, che negli ultimi anni è cresciuto a dismisura, soprattutto per quanto riguarda i prodotti tech.

Una crisi senza paragoni, con la tenuta occupazionale dell’intero Gruppo che rischia di collassare, essendo arrivata ad un punto di criticità massimo. Dal 24 gennaio infatti, la catena controllata da Dps Group è stata ammessa alla procedura del concordato e da quel giorno aspetta un possibile acquirente. Nel documento viene chiarito che i lavoratori percepiranno come stipendio la quota stabilita dal commissario Alfredo Haupt, nominato dalla giudice delegata del Tribunale di Milano Irene Lupo. Per i mesi antecedenti a questo testo, i pagamenti sono bloccati al 20%.

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