Maggiore Scafarto: “Chi avvertì Tiziano Renzi che aveva il telefono sotto controllo?”

“Io non ho taroccato nessuna informativa su Tiziano Renzi ma in questa vicenda restano ancora tante domande: mi riferisco alla chiamata che il 7 dicembre 2016, (48 ore dopo l’avvio dell’intercettazione) Roberto Bargilli, autista del camper di Matteo Renzi, fece all’imprenditore Carlo Russo invitandolo per conto di Tiziano Renzi a non chiamare più “il babbo”. Chi ha avvertito Renzi senior che aveva il telefono sotto controllo?. Lo ha detto il maggiore ex Noe Gianpaolo Scafarto al termine dell’interrogatorio di garanzia al gip di Roma.

“A conoscere quella informazione eravamo in tre”

“A conoscere quella informazione eravamo in tre: il sottoscritto, il pm Henry John Woodcock e un maresciallo e io posso dire di non avere rivelato alcun segreto. Noi non ne parlammo con nessuno: chi ha dato quella informazione? Io aspetto una risposta”, ha aggiunto Scafarto al termine dell’interrogatorio di garanzia davanti gip di Roma, dopo il provvedimento di interdittiva che lo sospende dal servizio per 12 mesi. Un provvedimento legato alla vicenda Consip in cui Scafarto è indagato per depistaggio, falso e rivelazione del segreto d’ufficio.

“Sono molto provato da questa vicenda”

“Sono sempre stato leale e corretto nei miei 23 anni di servizio. Soprattutto riguardo l’indagine, la mia condotta non ha mai in nessun modo messo in pericolo l’inchiesta”, ha detto il maggiore dei carabinieri al termine dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di Roma. “Io non ho mai rivelato a nessuno di essere indagato – ha aggiunto -. Non ho mai inviato informazioni riservate, che non dovevano essere conosciute, a qualcun altro”. In riferimento all’archiviazione della posizione del pm di Napoli, John Henry Woodcock, l’ex Noe si è detto “molto contento perché è una persona perbene un bravo magistrato. Sono certo che anche la mia posizione si chiarirà nel corso del tempo, magari è un po’ più articolata e complessa”.

“Il nome di Tiziano Renzi dopo incontro con Musti”

“E’ storicamente provato che ho incontrato l’ultima volta il procuratore di Modena, Lucia Musti, l’11 luglio del 2016 e che gli strumenti per le intercettazioni ambientali nell’ufficio di Romeo sono stati installati il primo agosto 2016. Quella che riguarda Tiziano Renzi è del 3 agosto. Dunque, l’11 luglio del 2016 il nome del padre di Matteo Renzi non esisteva affatto in questa inchiesta”. Il militare si riferisce a quanto dichiarato dal procuratore il 17 luglio scorso davanti alla prima commissione del Csm, che parlando dell’incontro avuto con Scafarto e del colonnello Sergio De Caprio nei suoi uffici, definì i due come “molto spregiudicati, con un delirio di onnipotenza. Erano esagitati, non mi piaceva neanche il rapporto con l’autorità giudiziaria che avevano.
Scafarto – ha dichiarato il magistrato – mi parlò della vicenda Consip dicendomi ‘scoppierà un casino, arriviamo a Renzi’.

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