Aldo Grandi e la ‘Gazzetta di Lucca’ nel mirino: nuova denuncia per vilipendio delle forze armate

Dopo il primo sequestro preventivo poco prima di Natale, il 2018 si apre con un’altra amara sorpresa per la Gazzetta di Lucca e per il direttore responsabile Aldo Grandi.

Infatti, sempre su richiesta del comando provinciale dell’Arma con a capo il colonnello Giuseppe Arcidiacono e del pubblico ministero, il giudice delle indagini preliminari Antonia Aracri ha disposto il sequestro di altri articoli che recavano la dicitura Coglioni in divisa e che non erano stati fatti oggetto del primo provvedimento.

Secondo il Gip, in questi articoli così come nei precedenti, l’autore, ossia Aldo Grandi, direttore responsabile delle Gazzette, “utilizzava frasi ingiuriose e si scagliava con ferocia contro le forze dell’ordine”.

Il giudice ha individuato nell’utilizzo dell’espressione Coglioni in divisa la fattispecie di reato contemplata dall’articolo 290 del codice penale, ossia il vilipendio delle istituzioni e delle forze armate

“Non è ravvisabile – scrive il Gip nel provvedimento – negli articoli del Grandi l’intenzione di comunicare informazioni e idee di carattere generale quanto, piuttosto quella di profferire offese brutali e prive di correlazione con una critica obiettiva. Si nota infatti come gli articoli del Grandi non si riferiscano a particolari eventi significativi e anche qualora lo facciano, il riferimento deve considerarsi meramente collaterale; ogni articolo non fa che ridursi a mera opportunità per denunciare, in maniera cruda, aggressiva ed offensiva, l’insensibilità di chi dovrebbe porsi a tutela dei militari impegnati quotidianamente nella salvaguardia dell’ordine e della sicurezza pubblica”.

Il giudice Aracri ha ravvisato il pericolo rappresentato da Aldo Grandi e per questa ragione ha ritenuto esservi la giustificata motivazione dell’urgenza del sequestro immediato: “Appare evidente, stanti le espressioni ingiuriose e l’esplicito riferimento alle forze dell’ordine, locali e nazionali (con tanto di nome e cognome), come vi sia il concreto pericolo che Aldo Grandipossa continuare a porre in essere la sua condotta criminosa”.

“La personalità del Grandi – scrive ancora il Gip Aracri – data la sua indole aggressiva e la sua attitudine a profferire facili e grossolane offese, sembra suggerire la probabile prosecuzione della condotta criminosa. Si ravvisa il periculum in mora…”.

Per chi non ha dimestichezza con il latino, Periculum in mora è una locuzione latina che significa letteralmente “pericolo nel ritardo” cioè “pericolo/danno causato dal ritardo”. È una delle due condizioni che deve necessariamente essere affermata nei ricorsi finalizzati all’ottenimento di un provvedimento cautelare di tipo reale.

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