Migranti, piano UE per l’Africa: mobilizzare 500 miliardi

Il 60% della popolazione africana ha meno di 25 anni: un bacino di energie potenziali per la crescita che oggi però alimenta anche i flussi migratori che impattano sull’Europa e, in prima battuta, sull’Italia. E’ per questo che investire sui giovani dell’Africa è la necessità posta al cuore del quinto summit Ue-Unione Africana in programma il 29 e il 30 novembre in Costa d’Avorio, dove si riuniranno i capi di Stato e di governo dell’Unione europea e dell’Unione africana. Nella capitale Abidjan arriverà anche il premier Paolo Gentiloni. Per lui, il vertice sarà l’ultima tappa di un tour africano attraverso quattro paesi: Tunisia, Angola, Ghana e, appunto, Costa d’Avorio. A testimonianza del peso attribuito dall’Italia alle relazioni con il continente nero. Con lui, al vertice ci saranno i principali leader europei, Emmanuel Macron, Mariano Rajoy e i vertici dell’Ue, Jean Claude Juncker, Donald Tusk, Antonio Tajani, Federica Mogherini. Merkel è in forse per i grattacapi di politica interna.

Il 2017, anche nell’ottica di Bruxelles, deve concludersi come un anno chiave nei rapporti tra i due continenti: il summit punta a definire le priorità per quanto riguarda la cooperazione economica, la creazione di posti di lavoro, la sicurezza, la gestione delle migrazioni e la lotta ai cambiamenti climatici. Sulla necessità di un nuovo partenariato Ue-Africa ha battuto negli ultimi mesi in particolare il Parlamento europeo, con il presidente Antonio Tajani che ha organizzato nei giorni scorsi, in vista del vertice di Abidjan, una conferenza con diversi dei ‘playmaker’ che saranno presenti in Costa d’Avorio.

“I problemi dell’Africa sono anche i problemi dell’Europa – è la riflessione di Tajani -. E’ giunto il momento di mettere l’Africa in cima all’agenda dell’Unione”.

La proposta portata avanti da Tajani è portare il fondo d’investimenti per l’Africa ad almeno 40 miliardi nel prossimo bilancio Ue, dagli attuali 33. La stima che si fa all’Eurocamera è che a partire da questi fondi, grazie all’effetto leva e a sinergie con la Banca europea degli investimenti, si possano mobilizzare investimenti pubblici e privati per circa 500 miliardi.

“La transizione del continente verso una base industriale sostenibile, un’agricoltura efficiente, fonti rinnovabili, infrastrutture adeguate per acqua, energia, mobilità, logistica o digitale – conclude Tajani -, vanno sostenuti attraverso un ‘piano Marshall’. L’Unione europea deve contribuire, nel suo stesso primario interesse”. ANSA Europa

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