Torna l’inverno nelle zone terremotate, due famiglie su tre senza casette

A Castelluccio non ne arriveranno prima della primavera, a Visso forse dopo Natale. La rabbia della popolazione mentre il sindaco di Visso annuncia la sua adesione a “qualsiasi iniziativa di protesta”.

di Flavia Amabile 

Più di due famiglie su tre ancora non hanno ricevuto le Sae e si arrangiano tra alberghi della costa, agriturismo e sistemazioni autonome. A oltre un anno di distanza, è molto lontano dall’essere completato il piano di prima emergenza mentre la ricostruzione è una parola perfetta soltanto per pensosi dibattiti.

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L’ultima mappa pubblicata dalla Protezione Civile è una fotografia di decine di ritardi. Ci sono alcune aree (poche) contrassegnate da simboli verdi a indicare la consegna delle Sae e una larga parte di territorio dove il colore prevalente è il giallo, simbolo di inizio lavori, in alcuni casi persino ancora il bianco che sta a indicare più o meno il nulla.

In base ai dati pubblicati il 20 ottobre, sulle 3.699 Sae ordinate per i 51 comuni che ne hanno fatto richiesta, ne erano state consegnate ai sindaci 1.042, meno di una su tre. Se anche qualcosa è cambiato in queste tre settimane si tratta di poche decine di casette in più che non modificano il quadro generale.

Ci sono luoghi come Castelluccio dove si è deciso di chiudere la strada che da Norcia porta sull’altopiano e per le Sae bisognerà aspettare fino alla primavera.

Nemmeno una Sae consegnata in tantissimi altri borghi devastati dal terremoto,  da Ussita a Visso. A Visso nella migliore delle ipotesi bisognerà aspettare gennaio mentre 231 persone sono ancora ospiti di strutture lungo la costa e 538 sono in autonoma sistemazione. Il sindaco Giuliano Pazzaglini ha annunciato proteste: “Come sempre la mia lealtà è nei confronti della popolazione, quindi do piena disponibilità a qualsiasi iniziativa si dovesse intraprendere”.

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