Accuse di stupro, Oxford sospende lo “studioso” islamico Tariq Ramadan

PARIGI, 7 NOV – L’università di Oxford, in Gran Bretagna, ha deciso di sospendere dalle sue funzioni Tariq Ramadan, il professore e studioso dell’Islam colpito da una duplice accusa di stupro in Francia: è quanto riferisce Bfm-Tv. Nei giorni scorsi diversi studenti della prestigiosa università avevano accusato la direzione di non prendere posizione rispetto al caso. ansa

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La presunta aggressione risale al 2009, scrive la Stampa. Una francese disabile con un tutore alla gamba sogna di incontrare l’ illustre prof di Oxford per una consulenza spirituale. Comincia uno scambio epistolare, un anno di corrispondenza, prima che lui accetti di riceverla.

 L’appuntamento viene fissato a margine di una delle sue tante conferenze all’Hotel Hilton di Lione. Ramadan accoglie la donna nella hall, poi le propone di continuare il colloquio in camera, dinanzi a un tè. La fiducia della donna è totale, difficile non soccombere al fascino di questo maestro di dialettica dall’allure principesca, nipote del fondatore dei Fratelli Musulmani.

E però, racconta Christelle nella testimonianza alla polizia rivelata da Le Monde, è l’ inizio dell’ inferno: Ramadan affonda un calcio contro le stampelle della donna poi l’apostrofa minaccioso: «Mi hai fatto aspettare, ora la pagherai cara». Nel film di quei momenti la donna evoca schiaffi, pugni nello stomaco, fino alla sodomia e al doppio stupro. «Ho urlato di dolore, gridando basta», ma sull’Arancia Meccanica di Lione non è ancora scritta la parola fine.

«Più urlavo, più picchiava», insiste la donna, che di quelle botte dice di conservare i referti medici. Fino al devastante epilogo: «Mi ha trainata per i capelli in tutta la stanza, poi mi ha portata nella vasca da bagno per urinarmi addosso».

Un episodio seccamente smentito dal diretto interessato, ma il cui livello di brutalità ricorda quello descritto da Henda Ayari, la prima a denunciare il prof di Oxford il 20 ottobre. «Mi ha strangolata talmente forte che pensavo di morire», ha raccontato ieri al Parisien. Ex salafita, la donna scelse nel novembre 2015 di togliersi il jilbab indossato da quando era ventunenne e denunciare il marito fondamentalista violento.

Anch’essa cercò consiglio in Ramadan ma lui, stando alla versione dei fatti, ricambiò con stupro e minacce di morte ai figli. La speranza – ha detto – è che adesso «altre vittime osino parlare e denunciare questo guru perverso che usa la religione per manipolare le donne». Ayari presiede l’ associazione Libératrices e ha scritto un libro sulla sua esperienza. «Un comportamento degno di Weinstein, forse più violento», tuona la scrittrice e paladina della Laicità, Caroline Fourest. Sull’ inchiesta per stupro e minacce di morte indaga la procura di Parigi.

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