Boldrini denunciata, la Procura di Cassino apre un fascicolo

Sarà anche un atto dovuto ma a seguito di una denuncia il presidente della Camera dei Deputati è stato aperto un fascicolo su Laura Boldrini dalla Procura della Repubblica di Cassino. A presentare la denuncia nei confronti della terza carica dello Stato è stato un imprenditore residente in provincia di Frosinone, Niki Dragonetti.

In una querela consegnata lo scorso agosto presso l’ufficio «primi atti» del tribunale della città, l’esponente provinciale dei Popolari per l’Italia, illustrava al magistrato, Arianna Armanini, titolare del fascicolo, l’inopportunità di un post su Twitter, pubblicato da Laura Boldrini, in cui si invitava il popolo a cedere simbolicamente le quote di quella sovranità tanto cara agli italiani e punto cardine dell’articolo 1 della nostra Costituzione.

Le parole scritte dalla presidente della Camera erano le seguenti:

«Europa, resistenza a cedere quote sovranità. Ma il traguardo va raggiunto o prevarranno disgregazione e populismo».

Frasi che dopo la denuncia sono state ritenute comunque meritevoli di approfondimento dalla magistratura che ha quindi deciso di procedere.

Nella denuncia si paventava l’ inopportunità, da parte della Boldrini, di compiere un atto contrario alla Costituzione che riserva la sovranità al popolo italiano e non ad organi sovranazionali.

Laura Boldrini secondo quanto scritto dal denunciante – avrebbe chiesto agli italiani di compiere un atto contrario alla Costituzione che riserva la sovranità al popolo italiano e non ad organi sovranazionali.

«La cessione di sovranità dell’ Italia in favore dell’ Europa rappresenta indiscutibilmente – si legge ancora nella denuncia – la fine dell’ Italia quale nazione libera ed indipendente, ciò è esattamente quello che accadrebbe in caso di occupazione militare del paese».

Niki Dragonetti, proseguendo nell’ esposizione dei fatti, puntualizza che «laddove la cessione della sovranità avviene oltre i limiti del dettato Costituzionale, anche se in assenza di violenza, ricorre la piena punibilità dell’ ex articolo 243 del codice penale: atto ostile. Anche se si ritenesse che la cancellazione dell’ Italia come Stato possa essere atto compiuto nell’ interesse del popolo italiano stesso ciò non toglierebbe la qualifica di atto ostile ad un trattato che imponga suddetta incostituzionale cancellazione»

La denuncia stilata dal giovane politico cassinate viene conclusa – come ogni denuncia- con una sollecitazione alla procura alla condanna. Il querelante, infatti, sottolineava nel dossier giuridico di dodici pagine che «ai sensi dell’ articolo 52 della Costituzione italiana la difesa della Patria è un sacro dovere del cittadino e dunque la lotta contro la cessione della sovranità nazionale, la nostra sovranità, rientra pienamente tra tali doveri». […]

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