La “sacerdotessa” Bonino in chiesa, i cattolici sbattuti fuori e il vescovo ignavo

di Francesco Filipazzi

Il 26 luglio, giorno di Sant’Anna e San Gioacchino, un parroco della diocesi di Biella ha messo a disposizione una chiesa ad Emma Bonino, per parlare di immigrazione e per promuovere una iniziativa totalmente politica di revisione della legge sull’immigrazione. I lettori penseranno che si tratti del solito colpo di testa di un prete progressista, ma non è così. I contorni della vicenda sono molto gravi, ma andiamo con ordine.

Il parroco. Il parroco in questione, don Marchiori, è noto per avere posizioni che nulla hanno a che vedere con le posizioni della Chiesa cattolica. E’ il classico vecchione sessantottino, ordinato nel 1975. Data la sua personalità, è stato assegnato ad una delle parrocchie più piccole d’Italia, San Defendente a Ronco di Cossato. Con questo evento pensava di riscattare oltre 40 anni di fallimenti.

La Caritas. Un evento del genere sarebbe stato ben poco rumoroso, se non ci fosse stato il patrocinio autorevole della Caritas diocesana, che come si sa è piuttosto interessata a questioni migratorie. Ormai la Caritas, a livello nazionale, non guarda più in faccia a nessuno. Neanche agli italiani poveri che lascia nell’indigenza totale per occuparsi di immigrati.

Il vescovo. L’ignavo della situazione è il vescovo di Biella, che poteva chiedere pubblicamente alla Caritas di non partecipare e potrebbe in molti modi vietare questo tipo di eventi in chiesa. Ovviamente non ha fatto nulla di tutto ciò. Si è limitato ad un pallidissimo intervento nel quale ha detto che l’iniziativa non era opportuna. Ha inoltre snobbato il sit in cattolico organizzato davanti alla curia, d’altronde se soffia lo spirito di Pannella, ancora più forte soffia quello di Don Abbondio.

L’evento. Come potete vedere nel video, si è parlato di aria fritta. In platea non era presente nessun fedele, ma solo una folla belluina di abortisti e anticlericali che urlava e schiamazzava come allo stadio.

La Bonino. La vittoria della serata va ad Emma Bonino, che è stata santificata in una chiesa con i sorrisoni di un parroco sognante. E’ venuta a dire che in Italia c’è scarsa natalità e quindi bisogna importare immigrati. In pratica ha ammesso implicitamente il suo fallimento epocale, poiché se mancano all’appello 6 milioni di italiani è perché sono stati abortiti, grazie proprio a lei e Pannella. Oggi dopo tanti anni i mercanti nel tempio la onorano. Sembra di vivere una di quelle storie in cui un soldato penetra in una città e ne apre le porte per fare entrare il nemico.

I cattolici. I cattolici erano fuori dalla chiesa per dire il Rosario. A quanto si sa, gli organizzatori hanno tenuto ermeticamente chiusa la porta per tutto il tempo, per evitare che il suono della preghiera entrasse nell’edificio, ormai diventato tempio di ben altro. Le porte sono state aperte solo due volte. La prima per accompagnare fuori un cattolico che aveva esposto delle rimostranze, la seconda per trascinare fuori a forza un altro cattolico che aveva chiesto semplicemente se nell’accoglienza espressa dalla Bonino c’era posto anche per i bambini abortiti (vedi video, minuto 43). Il trascinato ha dovuto fornire le proprie generalità ai carabinieri. La Bonino ha fatto spallucce e rivendicato sull’altare, adibito a scrivania sacrilega, le sue battaglie abortiste. I carabinieri e la digos hanno tenuto d’occhio tutta sera i pericolosissimi contestatori oranti.

Questo è un resoconto di ciò che si è vissuto a Biella due sere fa. Ovviamente, quelli fuori posto erano i cattolici. D’altronde “papa Francesco ha definito la Bonino una grande italiana”. E noi muti.

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