Ragazza diversamente abile esclusa dalla cena di classe

Riceviamo e pubblichiamo

Gentile direttore,

pur non conoscendo i particolari relativi alla squallida vicenda della ragazza diversamente abile esclusa dalla cena di classe dalle amiche, notizia riportata dalla Gazzetta di Parma oggi a pagina 7, ho trovato grave la non reazione (probabilmente legittima) della Polizia Postale, alla quale si sono rivolti i genitori della vittima. Non ci sono i margini per una denuncia, perché solo quando il fenomeno è reiterato è considerato stalking, questa è la risposta delle nostre Autorità.

L’atteggiamento tenuto da alcune compagne o compagni di classe di questa ragazza è stato di una violenza inaudita e inaccettabile, codarda e cattiva, impregnata di ignoranza e di assoluta mancanza di sentimenti. Queste persone, anche se minorenni, hanno bisogno di una lezione di vita e anche di una punizione dalla legge. Mi auguro che l’Istituto prenda seri provvedimenti adeguati al caso e anche che la legge faccia la sua parte.

Viviamo in un paese dove , a mio parere, si applica l’ordinamento giudiziario a discrezione del giudice o del magistrato o del funzionario di turno. Qui siamo di fronte ad una forma di violenza senza alcun dubbio e sono certo che ci siano articoli da applicare e provvedimenti da assumere.

Sono vicino con un affettuoso abbraccio, come credo tutti i lettori, e con tutto il cuore, a questa ragazza che hanno cercato di emarginare per le sue condizioni fisiche. Fossi io al potere? Condannerei chi ha inviato quei messaggini a muoversi per un mesetto esclusivamente su una sedia a rotelle e, prima di farli scendere, darei loro una serie di sonori schiaffoni davanti a tutte le classi riunite. Sarebbe un grave errore e un’enorme delusione se tutto finisse nel “dimenticatoio” e schedato tra le ragazzate. Non è una ragazzata, è totale ineducazione, è iperbullismo, è violenza.

Marco Chierici

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