Svizzera: migranti rimandati in Italia. Germania: “Ottimo lavoro alle frontiere”

Thomas de Maizière
Thomas de Maizière

BERLINO/BERNA – Il ministro tedesco dell’interno Thomas de Maizière loda la Svizzera per la buona collaborazione nel controllo del flusso di migranti alle frontiere. Durante un incontro con parlamentari svizzeri a Berlino, il ministro ha parlato anche dei respingimenti verso l’Italia.

Abbiamo un interesse comune a che i migranti che in base al diritto internazionale devono rimanere in Italia, vi rimangano, o in caso contrario vi siano respinti rapidamente“, ha dichiarato oggi il ministro tedesco al “Tagesschau” di mezzogiorno della tv svizzero tedesca SRF. Va da sé che non tutto funziona alla perfezione. “La crisi migratoria rimarrà una sfida da affrontare assieme anche in futuro”, ha detto il rappresentante della CDU tedesca.

In base ai dati del telegiornale svizzero di lingua tedesca, nelle ultime quattro settimane soltanto alcune decine di migranti hanno raggiunto la Germania attraversando illegalmente la Svizzera. In tutto il 2016 le autorità tedesche hanno registrato complessivamente 7140 profughi provenienti dalla Svizzera. A queste persone se ne aggiungono altre 1250 arrivate in Germania nei primi due mesi di quest’anno, passando dalla Confederazione.

Presidente UDC: più controlli a frontiera con Italia

Per il consigliere nazionale e presidente dell’UDC Albert Rösti, i controlli alla frontiera fra Svizzera e Germania non bastano.

“Per noi è chiaro che bisogna aumentare i controlli alla frontiera con l’Italia, altrimenti tutti i richiedenti asilo che vogliono raggiungere la Germania rimarranno in Svizzera”, ha detto il parlamentare del canton Berna durante l’incontro con il ministro tedesco.

Secondo il “Tagesschau”, alla frontiera fra Svizzera e Germania sono stati introdotti il 12 giugno controlli sistematici, volti in particolare ad impedire l’entrata di persone violente in vista del vertice dei G20 ad Amburgo. Durante l’incontro di oggi a Berlino si è discusso apertamente su una proroga di questi controlli.

I controlli alle frontiere interne allo spazio di Schengen – che comprende 22 paesi dell’UE, ma anche Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein – sono possibili soltanto in casi eccezionali. A seguito della crisi dei migranti diversi di questi Stati hanno reintrodotto simili controlli.

www.cdt.ch/svizzera

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