Jihadisti Isis arrivati in Europa fingendosi combattenti libici feriti

Secondo un’inchiesta del The Guardian, basata su un documento dell’intellicente italiano, un dossier degli 007, ci sarebbe una rete complessa “in cui, a partire dal 2015, i membri dell’Isis si sono infiltrati in Europa fingendo di essere combattenti libici feriti. Un escamotage che gli permetterebbe di essere curati negli ospedali europei e poi essere liberi di muoversi indisturbati”. A riportare la notizia Il Giornale.it.

Nell’incartamento dei servizi italiani visionato dal Guardian si leggerebbe:

I membri dell’Isis sono coinvolti nel contrabbando di uomini feriti dalla Libia e stanno usando questa strategia per viaggiare fuori dalla Libia con falsi passaporti“.

Oltre questo si accennerebbe a un “progetto sanitario di origine occidentale per la riabilitazione e la cura dei libici feriti. Nonostante questo progetto sia sorvegliato dal governo riconosciuto dall’Onu a Tripoli, gli 007 italiani lo definiscono “dubbioso e ambiguo“, come riporta il The Guardian.

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In definitiva i servizi segreti avrebbero i timore che “un numero sconosciuto di combattenti Isis si sia infiltrato in Europa utilizzando falsi passaporti forniti da una rete criminale, composta, come precisa il The Guardian, anche da funzionari corrotti”.

Il quotidiano britannico avrebbe sentito anche il medico italiano Rodolfo Bucci che avrebbe detto: “Sono stato contattato da alcuni uomini per coordinare questi trattamenti medici perché sono uno specialista in Europa nella terapia del trattamento del dolore. Ma poi non so cosa sia successo. Non so se il programma è stato interrotto“.

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16 marzo 2016 –  “Ieri mattina un aereo C130-J dell’Aeronautica Militare, configurato per trasporto sanitario, è atterrato nella base libica di Benina, presso la citta’ di Bengasi, e ha caricato a bordo 22 libici feriti”. Lo rende noto la Farnesina. “Si tratta di un primo gruppo giudicato idoneo al trasporto aereo dalla competente commissione medica del Ministero della Difesa”. I 22 feriti sono stati tutti ricoverati presso il Policlinico Militare del Celio.

“La nostra azione – ha commentato il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Angelino Alfano – non si ferma qui. I nostri sforzi sono mirati ad aiutare i feriti libici in tutta la Libia“. “L’impegno della Difesa in Libia, a sostegno delle forze che si oppongono al Daesh – ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti -, è connotato da una forte valenza umanitaria”. ANSA

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