Picchia la figlia che rifiuta velo e lettura del corano, kosovaro arrestato

Picchiava la figlia minorenne che si rifiutava di portare il velo, leggere il Corano e imparare la lingua araba. Queste l’accusa che ha portato all’arresto di un kosovaro di 38 anni, residente nel Senese: è stato fermato dalla polizia per maltrattamenti a danno di minori conviventi.

A far scattare le indagini i segni di violenza notati sul corpo della giovane da alcune compagne di scuola e dalle professoresse che hanno chiamato i soccorsi.

“Chi, come la presidente Boldrini, anche oggi invoca l’urgenza di una legge per regalare la cittadinanza italiana a centinaia di migliaia di immigrati – tuona il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli – dovrebbe aprire una seria riflessione sul fallimento del loro modello di integrazione, un modello basato sullo su diritti senza doveri, un modello che sta fallendo per un’integrazione non voluta da parte soprattutto delle famiglie di fede islamica”.

Nei giorni scorsi – scrive il giornale – la giovane di Siena era stata ricoverata al pronto soccorso dell’ospedale “Le Scotte”. Aveva evidenti segni di violenza su tutto il corpo. Non riusciva nemmeno a camminare. Sono state le compagne di scuola e le professoresse a chiamare i soccorsi che hanno poi segnalato le violenze alla polizia. Dagli accertamenti svolti dalla polizia è emerso che la minore viveva “in un contesto familiare isolato ed estraneo alle normali condizioni di socialità, non poteva intrattenere alcun rapporto con i coetanei e doveva seguire le rigide imposizioni del padre, che ha aderito ai precetti più radicali della religione islamica”. Al suo rifiuto di sottostare a quanto disposto dal padre, che le imponeva tra l’altro il velo, la lettura del corano e l’apprendimento della lingua araba, veniva picchiata. “Non si può svendere la cittadinanza per favorire un’integrazione che non c’è e che molto spesso gli immigrati rifiutano – tuona ancora Calderoli – prima di pretendere un diritto come la cittadinanza tocca agli immigrati dimostrare di essersi integrati con il nostro modo di vivere”.

 

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