Povertà e disperazione: “Non abbiamo più niente. Lasciateci almeno l’acqua”

Tre figli piccoli, senza un lavoro e costretti vivere con una piccola pensione di invalidità. Alla già drammatica situazione di una famiglia San Giovanni Teatino, Chieti, si è aggiunto anche il distacco dell’acqua da parte dell’Aca, l’azienda acquedottistica regionale, a seguito del mancato pagamento di alcune bollette

Storia di povertà e disperazione

Una situazione davvero insostenibile quella Mauro Di Pietro e della la compagna Alessia, trentasette anni che insieme ai loro tre figli di quindici, otto e sei anni (dei quali uno è invalido) vivono con il minimo necessario ormai da diversi mesi. Ora come racconta il Centro le cose sono precipitate e alla famiglia non rimane che lanciare un disperato grido di aiuto.
Costretti a chiudere l’ attività per la crisi economica

“Non ce la facciamo più, è troppo dura e siamo soli”. Con queste poche parole mamma Alessia descrive la situazione della sua famiglia. Una serie di vicende negative, il negozio di prodotti per animali chiuso per la crisi, e la condanna a pagare 15mila euro per una lite col vicino di casa per futili motivi, li ha portati dove sono oggi.

Anche la Caritas non può aiutarli

“Non abbiamo trovato un lavoro né abbiamo ricevuto aiuto”, continua la donna, “la Caritas  ci ha pagato una bolletta del gas a dicembre. Ma quando siamo tornati per la bolletta della luce ci hanno detto che ci possono pagare solo la metà perché oltre non riescono neanche loro”. Insomma la situazione è davvero disperata. L’unica entrata per la famiglia è rappresentata dalla pensione di invalidità di uno dei bambini: 500 euro mensili, di cui 440 vanno versati per onorare le rate che derivano dalla condanna subita per la lite col vicino.

Costretti a lavarsi con le bottiglie di acqua fredda

E ora, dallo scorso 13 marzo dai rubinetti della loro casa non esce più neanche una goccia d’acqua. “Mi sono accertata che non ci fossero guasti, poi nella cassetta del contatore abbiamo trovato una lettera dell’Aca su cui c’era scritto che la fornitura idrica era stata limitata, ma in realtà non esce neppure una goccia dai rubinetti. E cosi per cucinare e bere spiega la mamma al Centro, “riempiamo bottiglie di acqua dalla fontana pubblica. Al mattino, lavo i miei figli con le bottiglie di acqua fredda. Ci chiedono di pagare le bollette passate per un valore di 2mila 600 euro. Ma noi non abbiamo niente. Come facciamo a pagare?

Aspettiamo una risposta dal comune

E il Comune? “Ho parlato con l’assessore Ezio Chiacchiaretta, che mi ha chiesto di poter visionare le bollette per verificare possibili incongruenze. Io mi aspetto che qualcuno intervenga e la comunità si accorga di noi”, si sfoga ancora Alessia, “non abbiamo nessuno che ci aiuti, i nostri familiari sono defunti o non in grado di sostenerci. Sia io che il mio compagno stiamo cercando disperatamente un lavoro. Siamo disposti a fare qualsiasi cosa. Ma continuare a vivere senz’acqua con tre bambini non è proprio possibile”.

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