Investe una donna e la uccide, ma resta libero. Il marito si vendica e gli spara

Una tragedia nella tragedia e tre vite distrutte. Forse una giustizia piu’ rapida e una detenzione avrebbero potuto salvarne almeno due, ma la giustizia in Italia ha lacune incolmabili.

Roberta-Smargiassi

Impazzito dal dolore, fino al punto da impugnare una pistola e ammazzare in pieno giorno il ragazzo di 21 anni che un sera di sette mesi fa in un incidente stradale gli aveva portato via la giovane moglie. La tragedia si è consumata davanti ad un bar di Vasto: Fabio Di Lello, noto calciatore locale, ha sparato almeno 3 colpi e freddato Italo D’Elisa, che nel luglio del 2016 aveva ucciso con la macchina Roberta Smargiassi, che transitava su un motorino.

Qui è spiegata la dinamica dell’incidente >>>>

Non c’era giorno che Fabio Di Lello non andasse al cimitero. Ogni giorno da quando sono stati celebrati i funerali della sua amata moglie. Ogni giorno per fermarsi davanti alla lapide per accarezzare la foto della donna che aveva sposato nell’ottobre del 2015. C’è chi dice che si fermasse qualche volta persino a mangiare.

L’arma del delitto lasciata sulla tomba della moglie – E proprio su quella tomba Di Lello ha lasciato la pistola con la quale ha compiuto l’omicidio, dentro una busta di plastica, prima di consegnarsi alla giustizia. Come un omaggio, la testimonianza di una vendetta, forse promessa su quella tomba. “Mi chiedo, dov’è giustizia? Mi rispondo, forse non esiste! Non dimentichiamo, lottiamo, perché non ci sia più un’altra Roberta”, scriveva Fabio su Facebook.

Italo D’Elisa era imputato di omicidio stradale ed era stato rinviato a giudizio qualche mese fa: a breve avrebbe avuto la prima udienza dal gup e lo attendeva una pesante condanna, ma era a piede libero. Entrava e usciva dal bar sotto gli occhi del marito di Roberta, un uomo disperato, che ad un certo punto deve aver perso completamente la fiducia nella giustizia, fino al tragico epilogo.

Dopo essersi consegnato ai carabinieri Di Lello è stato portato in caserma presso la Compagnia dei Carabinieri di Vasto assieme ai suoi avvocati Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni che laconicamente affermano: “Quello che si è compiuto oggi è un grande tragedia”. (con fonte  TGcom24)

 

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