No a negrieri e corvé di Stato: rimpatrio immediato

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Il ministro Minniti (PD), di fronte alla rabbia degli Italiani, stanchi di essere presi in giro con l’affare miliardario della speculazione sull’accoglienza di (presunti) profughi, migranti e clandestini, propone una soluzione di compromesso al problema, secondo una ben nota prassi cerchiobottista da Prima Repubblica.
Minniti, accortosi che la situazione è ormai pronta ad esplodere, propone che le masse di immigrati che quotidianamente sbarcano sulle nostre coste vengano inseriti in una lista di “sedicenti rifugiati”, dalla quale verranno poi promossi a “richiedenti asilo” dopo corsi d’Italiano obbligatori e lavori socialmente utili.
Delle vere e proprie “corvé di Stato”.

Chiediamo a Minniti, a fronte di milioni di disoccupati italiani che meriterebbero per primi un aiuto da parte pubblica, se queste siano le priorità di uno Stato sovrano, se ancora a lungo vogliano prenderci in giro con la falsa emergenza di “profughi che non sono profughi” e “libici che non sono libici”, bensì milioni e milioni di Africani condotti in Italia dalla criminalità organizzata e dalla speculazione del volontariato nostrano, interessato a rapinare il Popolo di milioni e milioni di euro, spartiti per organizzare l'”accoglienza“.

Chiediamo a Minniti chi gestirà queste ‘corvé’, a chi andranno i proventi di queste giornate lavorative, anche se purtroppo l’abbiamo già intuito. Negrieri privati o negrieri di Stato non sono diversi tra loro: entrambi utilizzano masse terzomondiali ai danni dei lavoratori italiani.

Chiediamo a Minniti, infine, se ha mai pensato che gli Italiani siano stanchi di compromessi, e che semplicemente vorrebbero una soluzione definitiva al problema.
Noi di Azione Identitaria ci abbiamo già pensato: utilizzo della Marina Militare per evitare nuovi sbarchi, pene dure e fine del garantismo per gli scafisti, leggi speciali di emergenza nazionale che contemplino il processo per tradimento a chiunque sia complice di violazioni dei confini nazionali; oltre a questo, si deve lavorare affinché i governi africani siano pronti a riaccogliere i milioni di loro cittadini che non possono più essere a carico nostro, in tempi non più lunghi di tre mesi. Progetti di cooperazione internazionale possono essere valutati, ma non come forma di ricatto dei Paesi di emigrazione nei nostri confronti. Pretendiamo fermezza e lucidità, che governi fantoccio del globalismo non possono darci. Il coltello dalla parte del manico è da parte di chi, fino ad ora, ha sempre e solo “accolto”, per il guadagno di pochi, non importa quanto questa lama sia stata spuntata da Bruxelles e dalla NATO.

Siamo stanchi di una Italia che potrebbe essere un faro di civiltà nel Mediterraneo, e che viene, invece, utilizzata dai negrieri come immenso campo profughi e come mercato di schiavi in scala nazionale. Uno Stato senza confini, senza sovranità territoriale, non è uno Stato, e gli Italiani sono legittimati a non considerarlo più tale.

Federico Fregni
Reggente Nazionale
AZIONE IDENTITARIA

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