Disse “gli africani sono africani”, Borghezio interrogato il 6 aprile

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12 GEN – Si farà interrogare in aula anche per spiegare “i toni di alcune sue risposte”, come chiarito dal suo difensore, l’europarlamentare della Lega Mario Borghezio accusato di aver propagandato “idee fondate sull’odio razziale ed etnico” in relazione ad alcune frasi pronunciate contro l’ex ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge alla trasmissione di Radio24 ‘La Zanzara’.

Oggi il pm di Milano Piero Basilone ha depositato ai giudici la relazione con cui il Parlamento Ue ha tolto l’immunità all’eurodeputato per quegli attacchi rivolti il 29 aprile 2013 all’ex ministro, parte civile nel processo. Borghezio, accusato di discriminazione razziale in base alla legge 85 del 2006, aveva detto, tra le altre cose, che “gli africani sono africani e appartengono a un’etnia molto diversa dalla nostra“. Nell’udienza fissata per il 6 aprile in aula verrà ascoltato, come chiesto dal difensore Guido Anetrini, l’audio dell’ intervista, poi ci sarà l’interrogatorio di Borghezio, chiesto da accusa e difesa. (ANSA)

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…terminerà.
Non potrà non terminare, perchè si basa su una bugia.
Proseguirà fino al suo apice. Seguirà l’inevitabile declino.

Allora inizierà una una nuova grande marcia. La marcia della ricostruzione intellettuale. La marcia del ritorno alla realtà.

«La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. Sarà una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. E una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

S’avvicina il tempo – e per alcuni è già venuto – in cui una vita normale, una vita da onest’uomo, richiederà sforzi da eroe. Quale supremo dono della vita attraverso la morte è quest’obbligo di essere eroi soltanto per esistere, per restare fedeli a una banale linea di vita, che i nostri antenati seguivano così naturalmente come respiravano!»

(G. K. Chesterton, Eretici, 1905)

la grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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3 thoughts on “Disse “gli africani sono africani”, Borghezio interrogato il 6 aprile

  1. “Gli africani sono africani”;esattamente come”gli scandinavi sono scandinavi”oppure come”i giapponesi sono giapponesi”;e quindi,dove sarebbe il”razzismo”?
    Ormai siamo oltre Orwell,siamo nella sfera della patologia psichiatrica spacciata per precetto sociale e politico!

  2. Ma purtroppo è vero che gli africani sono africani e la loro etnia è molto diversa della nostra. E 2 + 2 =4.

  3. Invece “Bello Figo” può insultare con toni razzisti gl’italiani senza che nessun “non si può dire” intervenga. Per non parlare di ciò che predicano i preti islamici, nell’assoluta indifferenza dei “non si può dire”. Avrei voluto scrivere qualcosa ma mi rendo conto che siamo in un REGIME e che la “non si può dire” è organica al regime… che peccato dover commentare degl’articoli vivendo in una DITTATURA c’è sempre il pericolo di essere indagati dalla “non si può dire” però c’è un pregio: si lascia molto spazio all’immaginazione del lettore.

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